Avevo cinque anni, stavo giocando al parco con la mia biciclettina rossa, quando mi sovvenne dal nulla una domanda che mi sconvolse, tanto da lasciarmi impressi tutti i dettagli di quel pomeriggio: “Mamma, cosa succede quando moriamo?”.
Ricordo mia madre seduta sulla panchina in vistoso imbarazzo, mentre, accanto a lei, la madre del mio amichetto Matteo – un’infermiera con una visione piuttosto pragmatica della vita – mi diede una risposta che, anni dopo, avrei identificato con Epicuro: “Non ha senso preoccuparsene, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non ci siamo più”. Una risposta che, per inciso, non mi diede nessuna soddisfazione.
Quanti anni ci vorranno perché mio figlio, che ne ha quasi tre, mi chieda la stessa cosa? È una domanda che temo infinitamente di più rispetto al grande classico “Come nascono i bambini?” perché non ho una risposta. Invidio chi ha una visione profondamente religiosa della vita e riuscirò a rispondere – credendoci davvero, però – parlando di aldilà e vita eterna.
Il coraggio di parlarne
“L’adulto non deve dare una risposta ma accompagnare il bambino nella ricerca, chiaramente chi ha una forte connotazione religiosa darà risposte più precise”, spiega Ursula Grüner, pedagogista e formatrice in letteratura per l’infanzia. Proprio i libri illustrati possono essere alleati per affrontare il tema della perdita e del lutto. Se ne parla online venerdì 19 giugno alle 21 online con Ursula e Lory, la libraria dello Spazio Terzo Mondo di Seriate (che qui ci aveva già consigliato qualche libro da regalare ai bambini).
L’incontro si tiene online e costa 5 euro, per info contattare Spazio Terzo Mondo, via Italia 73 - Seriate (BG), tel 035 290 250 spazioterzomondo.com.
Il pagamento potrà essere effettuato con Satispay o a mezzo bonifico e chi avrà confermato la propria iscrizione riceverà istruzioni adeguate per il collegamento, oltre a una dettagliata bibliografia.
Le parole giuste
L’incontro è rivolto sia ai genitori sia a educatori e insegnanti. Non si parla solo di morte, ma anche di malattia, che porta al bambino una grande inquietudine, e dei tanti lutti di questo periodo, che minano la sicurezza dei piccoli anche quando non sono direttamente toccati. “Ma non mi focalizzo solo su Covid – specifica Ursula Grüner – la finitudine della vita è una domanda che tutti i bambini si fanno a prescindere. Un lutto può rendere il tema più urgente, ma la domanda di fondo rimane. Le domande dei bambini ci interrogano, senza che vi sia una conclusione facile. Troviamo libri che mettono in discussione questa domanda, che insegnano a coltivare la memoria e a capire che la vita ha un senso più ampio e profondo, che continua al di là della morte personale. I bambini vanno accompagnati in questo percorso senza sforzarli e senza andare oltre a quello che il bambino chiede, come si fa anche con un altro tema delicato, quello dell’educazione sessuale”.
Qualche consiglio di lettura
Con le prime domande sul senso della vita, i bambini iniziano a prendere confidenza con i misteri dell’esistenza umana. Non vogliono una risposta assoluta ma ci chiedono di essere al loro fianco.
“Purtroppo, spesso l’adulto si divincola da queste domande dei bambini perché ha paura di affrontare temi di Vita e di Morte. Con la ingannevole spiegazione di voler proteggere i figli dalla tristezza, l’adulto nega il proprio aiuto. Non rispondere alle domande sulla morte, sulla sofferenza e il dolore vuol dire lasciare i bambini inermi di fronte al loro bisogno di comprendere. Proprio queste domande sono parte intrinseca della storia della letteratura per l’infanzia”, spiega Ursula.
Ecco alcuni consigli di lettura – scelti fra albi illustrati recenti – che possono aiutare in questo percorso:
Marianne Dubuc, “Il sentiero” (Orecchio acerbo)
La metafora del viaggio è una delle più usate per raccontare il percorso della vita. L’autrice canadese, in modo poetico e non didascalico, racconta la passeggiata dell’anziana signora Tasso, che ogni domenica raggiunge la cima della montagna per raccogliere i piccoli tesori del bosco. Il gattino Lulù una mattina decide di andare con lei, anche se non ha troppa fiducia nelle sue giovani zampe.
Seguendola, impara molto: i nomi delle piante e degli animali, ma anche a dare ascolto agli altri e al proprio cuore. Ma il tempo passa e la signora Tasso è sempre meno in forze, finché non riesce più accompagnare Lulù: “Ti aspetterò qui. Al mio ritorno mi racconterai tutto”. Settimana dopo settimana, il sentiero dona a Lulù nuovi tesori. Poco a poco la montagna della signora Tasso diventa la montagna di Lulù, e da quel momento, il sentiero potrà essere donato a qualcun altro.
Fran Pintadera e Ana Sender, “Perché piangiamo?” (Fatatrac)
Mario, protagonista di questo albo illustrato, chiede: “Mamma, perché piangiamo?”. Non è affatto un libro triste: “Piangiamo perché ci aiuta a crescere. Ogni lacrima ci annaffia molto lentamente. Se non piangessimo, ci trasformeremmo in pietre”.
La forza e l’intensità di una narrazione onesta e profonda sono una palestra emotiva e psichica per i bambini. La voce narrante dell’adulto avvolge il bambino come un abbraccio e trasmette vicinanza. In questo modo la paura, l’ansia come pure la gioia e la felicità vengono sperimentate in una cornice di sicurezza e affetto. Indirettamente i bambini chiedono ancora di più: “dammi una spiegazione, aiutami a contenere le mie paure”. La mamma di Mario in “Perché piangiamo?” fa proprio questo: risponde alla domanda con una narrazione poetica e puntuale, esplorandone i vari aspetti e colmando suo figlio del proprio affetto.
Wolf Erlbruch, “L’anatra, la morte e il tulipano” (e/o)
Questo libro, che è ormai un classico nel suo genere, diventato teatro e rappresentato in vari modi, affronta l’argomento con un’illustrazione diretta e si inoltra nel tema attraverso una conversazione fra l’anatra e la morte. Un libro molto diretto e laico, dove compare la Morte in persona, ma senza dare risposte nette alle domande della pennuta protagonista.
“Certe anatre dicono che si diventa angeli e si sta seduti sulle nuvole e si può guardare la terra dall’alto”. “Possibile” disse la Morte, e si mise seduta. “In ogni caso le ali ce le hai già”. “Certe anatre dicono che nelle viscere della terra c’è l’inferno, dove si finisce arrostite se non ci si è comportate da brave anatre”. “È sorprendente ciò che vi raccontate voi anatre. La verità è che non lo sa nessuno”. “Nemmeno tu lo sai!” strepitò l’anatra. La Morte si limitò a guardarla.
Britta Teckentrup, “L’albero dei ricordi”, (Gallucci)
Volpe aveva avuto una vita lunga e felice, ma ormai era molto stanca. Diede un ultimo sguardo al suo amato bosco, chiuse gli occhi e si addormentò per sempre.
Un libro che parla del dolore di una perdita, ma anche di come un’assenza possa trasformarsi in presenza attraverso i ricordi. L’autrice ed illustratrice tedesca Britta Teckentrup racconta con grande sensibilità la scomparsa di un amico. Gli animali si ricordano di lui, si consolano a vicenda e l’albero dei ricordi diventerà il loro rifugio consolante. Un libro che possono leggere già i bambini dai 4 anni. Immagini nitide e luminose accompagnano un breve testo poetico: tutti conoscevano Volpe, ma ormai sapevano, che per la loro amica, era arrivato il momento di partire.
Giusi Quarenghi e Anais Tonelli, “Ascolta, Salmi per voci piccole” (Topipittori)
Un libro di poesie ispirate ai Salmi, riscritti da Giusi Quarenghi e illustrati disegnando una sorta di codice miniato contemporaneo con cornici decorative piene di grilli e grottesche. Ambizioso come libro per bambini, vero?
Le antiche preghiere o poesie sono segnate dalla vita e dall’esperienza dell’anima. Sono state riscritte in un linguaggio attuale ma fedele al profondo spirito umano di questi testi. L’illustrazione riprende lo stile del bestiario medioevale con un’iconografia rinnovata. Queste pagine sono universali e superano l’ambito religioso parlando con un linguaggio spirituale che tocca ogni anima con parole profonde. Un albo capace di accompagnare adulti e bambini in questo momento tormentato.
- 5 bellissimi libri illustrati per raccontare la morte ai bambini
- Marianne Dubuc, “Il sentiero” (Orecchio acerbo)
- Fran Pintadera e Ana Sender, “Perché piangiamo?” (Fatatrac)
- Wolf Erlbruch, “L’anatra, la morte e il tulipano” (e/o)
- Britta Teckentrup, “L’albero dei ricordi”, (Gallucci)
- Giusi Quarenghi e Anais Tonelli, “Ascolta, Salmi per voci piccole” (Topipittori)