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Elezioni 2009 / Pianura
Martedì 09 Giugno 2009
Arcene, tra Foresti e Invernizzi
un clamoroso spareggio
La legge che regola le amministrative parla comunque chiaro. Si va al ballottaggio anche se Arcene non è un Comune con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Tutti erano consapevoli che lo scarto fra i due candidati non sarebbe stato rilevante. Bisogna dire però che dai dati delle elezioni Europee, che nella provincia hanno attestato quasi un plebiscito a favore della Lega Nord, era ormai opinione comune che il segretario provinciale del Carroccio ce l'avrebbe fatta senza troppe difficoltà. Invece non è stato così e questo, secondo l'entourage di Giuseppe Foresti, è già una mezza vittoria: «Avevamo paura di non riuscire a colmare il gap - afferma l'assessore al Bilancio uscente Giuseppe Ravelli e candidato nella lista "Insieme per Arcene" - invece potremo giocarcela tra due settimane». I residenti di Arcene infatti, per la prima volta nella storia del Comune, tra due settimane dovranno recarsi di nuovo alle urne. Ed a quel punto un sindaco verrà per forza eletto.
La legge in materia di elezioni amministrative prevede infatti che nel caso si verifichi un altro pareggio diventa sindaco il candidato più anziano. Quindi, almeno da questo punto di vista, Giuseppe Foresti è già in vantaggio. Sorprende anche il fatto che in un caso come questo non vi sia stata nessuna scheda contestata. In realtà lo spoglio ha riservato un finale thriller. In due dei quattro seggi per diverso tempo sono state messe sotto la lente di ingrandimento due schede ritenute «dubbie». Anche in questo caso comunque ci si è trovati di fronte ad una situazione di parità. Il dubbio infatti riguardava il modo in cui su una scheda era stato sbarrato il simbolo della lista «Insieme per Arcene» e nell'altra il simbolo Lega Nord-Pdl. Informati della quasi surreale situazione, sul posto sono arrivati anche i due candidati. Dopo aver preso visione delle schede dubbie non hanno comunque potuto fare altro che dichiararsi pronti a rimettersi al giudizio dei presidenti di seggio i quali, evitando così anche il rischio di possibili ricorsi, hanno convalidato i due voti e dichiarato il pareggio.
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