Lavoro e giovani: il divario di genere
che rallenta la crescita del Paese

GENERAZIONE Z. Più donne under 27 nel mercato del lavoro significa più innovazione, maggiore crescita e un contributo concreto alla natalità: il lavoro stabile è un fattore chiave per le scelte familiari.

L’Italia si trova ad affrontare una delle trasformazioni demografiche più complesse della sua storia recente. I dati del recente rapporto “Demografia e Forza Lavoro” del CNEL mostrano come la popolazione in età lavorativa sia in costante calo. È infatti passata dai 39,1 milioni del 2013 ai 37,4 milioni del 2024, con previsioni ancora più critiche per i prossimi decenni. Questa riduzione colpisce in modo particolare i giovani. Infatti, numero di under 30, pilastro per il futuro economico del paese, continua a diminuire. Vengono così lasciate scoperte molte posizioni lavorative e aumenta il rischio di un mismatch generazionale e di competenze.

L’occupazione femminile under 27: un potenziale ancora inespresso

Secondo il rapporto, l’occupazione femminile nella fascia under 27 rimane ampiamente sottovalutata, nonostante rappresenti una risorsa cruciale per affrontare le sfide della carenza di forza lavoro. Solo il 20% delle giovani donne tra i 15 e i 24 anni risulta occupato. Questo dato è nettamente inferiore alla media europea, che supera il 33%. Nella fascia 25-34 anni, cruciale per l’inserimento stabile nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione femminile si ferma al 60%. Questa percentuale rappresenta un divario significativo rispetto ai giovani uomini e alla media UE. Questi numeri non solo penalizzano le giovani donne, ma privano il sistema produttivo italiano di competenze fondamentali in un momento in cui l’innovazione e la trasformazione digitale richiedono un maggiore investimento sul capitale umano.

Le barriere che frenano le giovani donne nel mercato del lavoro

Le barriere culturali e strutturali che limitano l’accesso delle giovani donne al mercato del lavoro sono ben delineate nel rapporto. La carenza di servizi di cura e il peso sproporzionato delle responsabilità familiari impediscono a molte giovani di costruire una carriera.Questi ostacoli sono particolarmente evidenti nel Mezzogiorno, dove il tasso di occupazione femminile under 27 è tra i più bassi d’Europa. Qui, l’assenza di infrastrutture adeguate e le opportunità di lavoro limitate contribuiscono a un divario sempre più marcato con il Nord Italia.

Il ruolo delle aziende: una strategia vincente per il futuro

Per le aziende, il coinvolgimento delle giovani donne non è solo una necessità sociale, ma un’opportunità economica. Investire in politiche di mentoring e inprogrammi di formazione può ridurre significativamente il gender gap, aumentare la competitività aziendale e contribuire a colmare la carenza di manodopera qualificata. Inoltre, creare condizioni che favoriscano l’ingresso stabile delle giovani donne nel mercato del lavoro significa anche contribuire a invertire il declino demografico. Il rapporto evidenzia, infatti, che la possibilità di avere un lavoro stabile e di qualità influisce positivamente sulle scelte familiari e sulla natalità.

Investire nei giovani per un’Italia più competitiva

Il futuro del mercato del lavoro italiano passa inevitabilmente attraverso un maggiore coinvolgimento dei giovani. Bisogna prestare una particolare attenzione alle giovani donne. La loro inclusione rappresenta una risposta concreta alla crisi demografica e un motore di innovazione per il sistema produttivo. È tempo di investire nei giovani talenti, superando barriere culturali e valorizzando ogni risorsa disponibile. Solo così si può costruire un’Italia più competitiva e sostenibile.

Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index

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