Giovani in cerca di un’occupazione:
ecco l’«Oroscopo» dei lavori 2025

GENERAZIONE Z. Gli under 27 vuole cambiare impiego, ma le aziende non rispondono. Il ruolo dell’IA e le professioni più ricercate in questo anno

Il proposito che la Generazione Z ha fatto per questo 2025 sembra chiaro: cambiare lavoro. E non sono solo i giovani a cercare nuove esperienze professionali, ma ben due lavoratori italiani su cinque. Lo dice la nuova indagine, pubblicata e condotta da LinkedIn, il network professionale più grande al mondo, utilizzato principalmente nello sviluppo di contatti professionali e nella diffusione di contenuti relativi al mercato del lavoro. Un mercato del lavoro che ribolle, dove l’uso l’intelligenza artificiale amplifica e semplifica l’invio delle candidature. Ma c’è una dura realtà: le aziende non sempre (almeno una volta su due sembrerebbe, ma poi ci arriviamo) riescono a fornire feedback puntuali ai candidati e la ricerca diventa sempre più complicata ed estenuante.

La voglia di cambiare

C’è dinamismo e voglia di cambiamento, ma la ricerca del lavoro sembra essere già più complicata rispetto al 2024. In Italia, 2 persone su 5 (44%) sono aperte a nuove sfide professionali ed il dato è confermato a livello globale (3 persone su 5). In prima linea, per la ricerca di un nuovo impiego nel 2025, c’è la Generazione Z, con oltre il 63% dei giovani intenzionati a cambiare. Tra i millenial questo dato si attesta al 55%. I motivi del cambiamento sono diversi. Se l’aspetto economico rimane al primo punto per importanza, è ormai chiaro come non sia l’unico preso in considerazione. Il 41% degli intervistati in Italia vede nell’aumento di retribuzione la motivazione che sta alla base del cambiamento. Ma, per le nuove generazioni, è importante anche fare un lavoro che permetta di avere una vita al di fuori: il 27% è alla ricerca di una migliore work-life balance.

C’è voglia di un contesto in cui crescere professionalmente (22%) e/o di mettere a frutto le proprie competenze (20%). Spazio anche per la ricerca di un lavoro in linea coi propri interessi e valori (17%)

C’è voglia di un contesto in cui crescere professionalmente (22%) e/o di mettere a frutto le proprie competenze (20%). Spazio anche per la ricerca di un lavoro in linea coi propri interessi e valori (17%). La non più centralità dell’aspetto economico è testimoniata dalle motivazioni che spingono a non cambiare il posto di lavoro: la ragione principale (30%) risiede nel fatto di aver trovato il giusto equilibrio tra vita privata e professionale. Seguono l’importanza del clima di lavoro e del rapporto coi colleghi (24%).

Candidati ghostati: le difficoltà di chi cerca lavoro

Ma perché, a fronte di tante candidature inviate, c’è difficoltà a trovare lavoro? Per il 39% degli aspiranti lavoratori, la difficoltà maggiore risiede nell’individuare un’offerta che corrisponda effettivamente alle proprie richieste. Il 24% indica come criticità anche la negoziazione salariale. Grande motivo di frustrazione è la mancanza di feedback dalle aziende: ben il 48% dei lavoratori in Italia afferma che sia più complicato ricevere un riscontro dalle aziende e per il 20% degli intervistati questa mancanza di comunicazione è uno degli ostacoli maggiori nella ricerca. Il 36% afferma di candidarsi più che mai, ma di ricevere meno risposte alle proprie proposte. E qual è il punto di vista di chi sta dall’altra parte della barricata?

L’IA in aiuto di candidati e aziende

Se l’intelligenza artificiale sta entrando nelle nostre case in una maniera più o meno variabile, sicuramente si tratta di un mezzo potentissimo che, in questo caso, va in aiuto sia di chi cerca lavoro, sia di chi si ritrova una quantità industriale di curriculum e profili da controllare. Questa tecnologia riveste un ruolo importante nell’invio delle candidature: il 27% dei professionisti italiani ne fa un utilizzo legato a questo scopo (43% sono Gen Z) ed il 37% è intenzionato ad imparare come sfruttare questa tecnologia per ampliare le proprie possibilità. In parecchi, però, non sono propensi a farne un utilizzo (39%). Se, rispetto al 2024, il 62% dei recruiter spende più tempo nella ricerca dei talenti, l’intelligenza artificiale dà una grossa mano in questa pratica diventata oggi frustrante: più del 60% dei recruiter ritiene che l’IA permetta più facilmente di trovare i candidati giusti ed in un tempo minore.

Non farti ghostare: pochi pratici consigli

Olga Farreras Casado, LinkedIn Career Expert, ha stilato un vademecum di come si possa utilizzare LinkedIn, sfruttando al massimo questa piattaforma per trovare un buon posto di lavoro ed evitare il ghosting delle aziende. Al primo posto c’è la capacità di adattarsi: in un mercato del lavoro competitivo come quello attuale è cruciale concentrarsi sulla capacità di adattarsi per allargare l’orizzonte delle possibilità.

È importante riuscire a mettere in evidenza le proprie soft skill e prendersi del tempo per svilupparle. Tenere aggiornato il proprio profilo: se spesso i recruiter utilizzano LinkedIn per ricercare nuovi talenti o avere informazioni su di loro, è evidente quanto sia fondamentale avere un profilo sempre aggiornato. Per distinguersi, secondo la Casado, è utile evidenziare le competenze nella sezione Esperienza. Inserire cinque o più competenze porta 5,6 volte più visualizzazioni del profilo e 24 volte in più, rispetto allo standard, i messaggi.

Trovare il giusto match: è importante sfruttare Job match, il nuovo strumento di LinkedIn che aiuta a capire rapidamente se le proprie competenze e qualifiche corrispondono agli annunci di lavoro.

Cercare in sicurezza: circa la metà delle offerte di lavoro sulla piattaforma sono state verificate dal sistema. Presentano un badge di avvenuta verifica. Ciò permette ai candidati di cercare lavoro in totale sicurezza e tranquillità.

Farsi guidare dalle nuove opportunità: analizzare la lista Jobs on the rise, permette di scoprire i ruoli emergenti, avere informazioni a riguardo, le competenze più richieste sulla base dei vari ambiti di lavoro, le principali città dove avvengono le assunzioni.

L’oroscopo dei lavori in Italia, edizione 2025

I Jobs on the rise, citati da Olga Farreras Casado, sono i lavori in crescita in questo 2025. Precisamente sono quei lavori che hanno visto un incremento maggiore negli ultimi tre anni. Viene calcolato il tasso di crescita di ogni ruolo nel periodo 1 gennaio 2022 - 31 luglio 2024. Per rientrare in questa graduatoria, i titoli professionali devono mostrare una crescita positiva tra gli utenti di LinkedIn, avere un numero sufficiente di offerte di lavoro nell’ultimo anno e registrare un aumento significativo entro il 2024. Sono esclusi stage, volontariato, ruoli temporanei, quelli riservati agli studenti e le posizioni in cui le assunzioni sono controllate solo da poche aziende in ogni Paese.

    Ecco la top 10 italiana:

    Consulente di viaggio;

    Ingegnere dell’intelligenza artificiale;

    HR administrator;

    Addetto prenotazioni;

    Liquidatore sinistri;

    Cyber security engineer;

    Event specialist;

    Responsabile acquisti;

    Technical sales specialist;

    Specialista marketing e comunicazione.

Conclusioni

Il 2025 è senz’altro l’anno della ricerca del lavoro, una pratica tanto diffusa quanto frustrante. Diffusa perché il 44% dei lavoratori e lavoratrici è alla ricerca di una nuova sfida professionale. La Generazione Z è la capofila, con il 63% dei giovani che vuole nuove opportunità. Frustrante perché è difficile trovare un’offerta che corrisponda effettivamente alle proprie richieste e le aziende, spesso, non offrono feedback puntuali. A fronte del 36% di professionisti che dichiara di candidarsi come non mai, anche le aziende hanno le loro difficoltà: per il 65% dei recruiter italiani intervistati, è più difficile trovare candidati che soddisfino i requisiti. Se la parola ’competizione’ può essere associata ad ansia, frustrazione, il contesto è quello di un mercato del lavoro attivo: il 2025 è una chiara opportunità, sia per chi cerca lavoro, sia per chi assume.

Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index

© RIPRODUZIONE RISERVATA