Via i libri, meglio il tablet
«Così classi senza muri»

Si sono presentati sul palco con la voce decisa e squillante, con in mente un concetto ben preciso ed esposto in modo persuasivo: convincere un migliaio di studenti che usare il tablet favorisce la formazione di uno studente dalle elementari fino all’Università.

Si sono presentati sul palco con la voce decisa e squillante, con in mente un concetto ben preciso ed esposto in modo persuasivo: convincere un migliaio di studenti che usare il tablet favorisce la formazione di uno studente dalle elementari fino all’Università.

Protagonisti quindici studenti provenienti da tutta Italia che venerdì 29 novembre al Seminario Papa Giovanni in Città Alta si sono confrontati con circa un migliaio di coetanei sul tema «Tablet School 2: processo alla scuola digitale» per capire se effettivamente la nuova era di una scuola digitale fa bene o no al sistema istruzione.

L’incontro è stato organizzato dal Centro studi ImparaDigitale e da Ufficio Scolastico e ha scatenato un dibattito molto acceso che ha sollevato numerose questioni. Dire quale sia stata la risposta che hanno dato gli studenti presenti all’incontro è difficile ma il fatto che a precisa richiesta, «Alzino il loro tablet tutti quelli che ce l’hanno» almeno il 90% dei presenti in auditorium ha sollevato il proprio dispositivo, vale probabilmente più di tante parole e tanti discorsi.

Perché il tablet sia così necessario e perché possa tranquillamente sostituire il classico libro di testo lo hanno spiegato i ragazzi pro tablet analizzando tre punti cruciali. «Il tablet è quello strumento che permette agli studenti di abbattere i muri che fino a poco tempo fa separavano la scuola dal mondo reale - ha esordito Veronica Dossi del Liceo Banfi di Vimercate -. Utilizzando questo dispositivo che ci apre le porte al mondo dell’informazione di ogni genere riusciamo a capire stando tra i banchi di scuola cosa cambia fuori dall’aula tra questioni politiche, economiche e sociali. Inoltre avere un tablet allena gli alunni a condividere e comunicare le loro esperienze scolastiche sia all’interno della classe che all’interno dell’intero istituto fino ad arrivare a una comunicazione e a una sperimentazione di nuovi progetti didattici tra più istituti».

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