Cultura e Spettacoli / Valle Cavallina
Sabato 28 Maggio 2016
Van De Sfroos apre il festival - Video
Sabato sera concerto di McGoldrick
Davide Van De Sfroos, doppio ritorno, al folk e allo Spirito del Pianeta. A fianco gli Shiver, i «nipoti» che ha ingaggiato per il Folk CooperaTour, davanti un pubblico fitto che saluta lui, le canzoni del lago, la grande statua Moai di pietra di Sarnico che trasforma il parco di Chiuduno in una sorta di succursale ideale dell’Isola di Pasqua.
Il festival tribale dei popoli indigeni comincia così: con un saluto «al pianeta dello spirito» e un pugno di canzoni folk in lingua laghée, nate sulle rive del lago di Como. Frammenti di cultura popolare e lacustre, riportati alla schiettezza della lingua base del folk, con chitarra, banjo, violino, contrabbasso. Quel che serve per renderle dirette, fraterne, eppure capaci di arrivare al cuore di tutti, non solo di un angolo geografico, di uno spazio, perché il folk lo capisci a tutte le latitudini. Canzoni come «Nona Lucia», «Lo sciamano», «Pulenta e galena fregia»: l’inizio di un viaggio nel cuore di una tradizione che nasce davanti all’acqua, ma parla l’esperanto del folk.
Una lingua che conosce bene anche Michael McGoldrick che sul finir del concerto sale sul palco a condividere un brano con Davide. E sabato sera il flautista britannico con la sua band sarà in scena sul palco principale del Polo Fieristico, dalle 21.15. Il concerto è di quelli che contano, per più di un motivo, ma prima di tutto per l’altissima qualità tecnica del leader della McGoldrick Band.
Maestro indiscusso di flauti, whistles e uillean pipes, Michael McGoldrick è un musicista di straordinario talento e un solista che, soprattutto quando soffia nel flauto, non ha eguali nel mondo intero. Non è un caso che tanti artisti di calibro internazionale lo vogliano sempre al loro fianco, all’occorrenza di un suono perfettamente intonato e riconoscibile. Nel tempo McGoldrick ha suonato con Dylna, Jim Kerr dei Simple Minds, con gli Ocean Colour Scene, con Yossou N’Dour e John Cale, spalla fissa di Mark Knoplfler, la colonna di quelli che furono i Dire Straits. Quest’ultimo, spesso incline alle atmosfere celticheggianti, lo chiama spesso al suo fianco.
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