Un docu-film sul Covid a Bergamo sarà presentato al Festival di Berlino

Cinema. Si intitola «Le mura di Bergamo» ed è un cortometraggio porodotto da Fandango per la regia di Stefano Savona che racconta come è stata vissuta la pandemia nel nostro territorio.

In concorso al 73mo Festival internazionale del cinema di Berlino (16-27 febbraio) per l’Italia ci sarà il documentario «Le mura di Bergamo» di Stefano Savona, che racconta la pandemia e le sue conseguenze nella nostra città sarà proiettato durante il Festiva nella sezione Encounters.

I titoli sono stati annunciati lunedì 23 gennaio in conferenza stampa dal direttore artistico del Festival, l’italiano Carlo Chatrian.

Nella descrizione del film si legge: «Bergamo, marzo 2020. La città, dentro le sue mura, è un corpo malato. L’epidemia di Covid-19 è scoppiata con un’esplosione violenta e inaspettata. Le strade si sono svuotate, gli scambi azzerati, gli incontri proibiti. Disconnesso dagli altri ogni corpo è solo all’interno delle sue mura. Ogni immagine, ogni memoria è un frammento fragile del mosaico che fino a ieri componeva la città. Dopo gli incubi di questa notte infinita, i sopravvissuti si risvegliano in una città sconosciuta. Il desiderio di fare ritorno a casa è forte ma altrettanto forte è il terrore di non ritrovare chi si era lasciato.Il corpo della città è un organismo devastato che prova a reagire. Medici, infermieri, pazienti, volontari, e anche chi non ha vissuto direttamente il dolore della malattia cerca un proprio ruolo nel processo di guarigione collettiva. Raccogliere e raccontarsi le storie di chi non c’è più diventa una maniera per rielaborare il lutto privato e collettivo, per ricomporre quel tessuto intimo, familiare e sociale che la pandemia ha lacerato e per ragionare sul bisogno di una nuova ritualità della morte.

Stefano Savona è regista e produttore palermitano di 54 anni, i primi riconoscimenti li ottiene tra il 2006 e il 2009 per: «Primavera in Kurdistan» (2006) - che riceve il Premio Internazionale della SCAM al Festival Cinéma du Réel di Parigi e una nomination ai David di Donatello per il miglior documentario - e «Piombo fuso» (2009) vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Locarno nella sezione Cinéastes du présent. Nel 2010, insieme a Penelope Bortoluzzi, fonda a Parigi la casa di produzione Picofilms. L’anno successivo, produce e dirige: «Palazzo delle Aquile» (Grand Prix du Cinéma du Réel a Parigi) e «Tahrir Liberation Square» uno dei suoi più noti lungometraggi, premiato con il David di Donatello e il Nastro d’Argento per il documentario 2012, presentato fra gli altri al Festival di Locarno, al New York Film Festival, alla Viennale e a Doclisboa.

Gli altri film italiani i gara e fuori concorso

Gli altri Italiani in gara a Berlino sono: Disco Boy, il primo lungometraggio del regista Giacomo Abbruzzese, con Franz Rogowski (Freaks Out). Fuori concorso L’ultima notte di amore (di Andrea Di Stefano e con Pierfrancesco Favino), Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone (Special films) omaggio a Troisi, Le proprietà dei metalli di Antonio Bigini (Generation films) e la serie The good mothers di Julian Jarrold ed Elisa Amoruso (Berlinale series). Mary e lo spirito di mezzanotte, il nuovo film di animazione di Enzo D’Alò, in concorso nella sezione Generation Kplus. Fuori concorso, nella sezione Special gala, arriverà in anteprima mondiale a Berlino Superpower, il documentario sull’Ucraina e sul presidente Volodymyr Zelensky realizzato da Sean Penn e Aaron Kaufman. La solidarietà all’Ucraina, così come alle proteste in Iran, avrà un ampio spazio nella prossima Berlinale a cominciare dalla spilla ufficiale del Festival, che ritrae il caratteristico orso berlinese, e che avrà quest’anno i colori della bandiera ucraina. Tra i 18 titoli che si contenderanno l’Orso d’oro, sei diretti da registe e tre da esordienti, ci sarà anche il ritorno della regista tedesca Margarethe von Trotta, con l’opera «Ingeborg Bachmann - Journey into the Desert» e «Le grand chariot» di Philippe Garrel e con Louis Garrel. Le anteprime internazionali del festival comprendono “Suzume» del regista anime giapponese Makoto Shinkai. La commedia romantica di Rebecca Miller «She Came To Me», con Peter Dinklage, Marisa Tomei, Joanna Kulig, Brian d’Arcy James e Anne Hathaway , è stata scelta come apertura del festival.

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