Dal 12 aprile al 31 agosto 2008, lo Spazio Viterbi ospiterà una mostra che documenta il percorso creativo di Ugo Riva, una delle voci più autorevoli della scultura contemporanea, nato proprio nella città orobica 57 anni fa. Curata da Fernando Noris e allestita nel cortile e negli spazi appena recuperati all’ultimo piano dell’edificio che ospita la Provincia di Bergamo (oltre due mila metri quadrati di superficie, 600 dei quali di area espositiva), l’antologica di Riva è costruita attorno a 40 sculture storiche e alcune inedite, con una suggestiva sezione dedicata al confronto con dipinti di autori del XV e XVII secolo provenienti dalla Quadreria di Banca Etruria di Arezzo.
I suoi temi negli anni passati erano prevalentemente legati a una scena quotidiana, a un piccolo teatro degli affetti che si traduceva di volta in volta in racconto simbolico o in dramma. Sotto la maschera del mito, e talvolta dell’allegoria, comparivano sempre argomenti e soggetti concreti: quegli episodi e soprattutto quelle tragedie silenziose che si susseguono nel corso dell’esistenza. Queste tematiche non sono scomparse, come dimostra l’opera dal titolo Le mie radici, tra le cui quinte metafisiche si agita un dramma vissuto: una frattura dolorosa, infatti, separa l’Io da colui o colei che l’ha generato. Si avverte un sentimento di abbandono, un sentirsi gettato nel mondo, e anzi espulso (dall’alveo materno, dalla natura, dal tempo). Oggi però (ne sono un sintomo e un indizio i titoli delle opere) nel mondo plastico di Riva si affacciano anche personaggi invisibili. Non a caso le due figure senza nome, la coppia archetipica che è seduta sullo sfondo della stele di Davanti al mistero sembra vegliare un’apertura negata, una porta che non si apre, che non conduce in nessun luogo. Il sacro non è, per Riva, un luogo conosciuto. È però un luogo presentito, di cui l’artista avverte e cerca i confini e le tracce.Questa lieve e lenta metamorfosi dei soggetti, cioè dei motivi d’ispirazione, verso un orizzonte più trascendente, non cancella affatto il sentimento della materia. Riva è uno scultore intensamente materico. Le sue opere perseguono la compiutezza del disegno. Anche la stele, che è un elemento centrale del lavoro dello scultore bergamasco, non è intesa come una parete piana, che argina il dilagare della materia, ma al contrario come una superficie viva, che secerne umori ed eccedenze: una superficie suscettibile di accrescimenti, di gonfiori, che accoglie presenze mobili e vibratili. Questa matericità non si è cancellata, e non si è nemmeno disciplinata nelle opere più recenti. Continua, anzi, sia nella terra che nel bronzo. Allo stesso modo, la scultura di Ugo Riva è una ricerca drammatica. E proprio in queste ultime opere, con la loro tematica sacrale, emerge con più forza una dimensione dolorosamente grave. La sostanza del lavoro di Riva è espressionista, quali che siano le suggestioni e le reminiscenze classiche che dissemina nel suo lavoro. La ricerca dell’armonia, e anche della bellezza, non cancella la presenza di una smorfia dolorosa, di una deformazione, di un aspetto di informità e di infermità dell’immagine.
Il suo mondo espressivo sarà messo a confronto, in una delle sezioni più suggestive del percorso espositivo, con 10 opere (provenienti dalla collezione della Banca Etruria) di autori tra XV e XVII secolo - Giorgio Vasari, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, Francesco di Gentile da Fabriano, Neri di Bicci, Massimo Stanzione, Maestro di Stratonice -, che rappresentano due tematiche spesso praticate da Riva: la figura femminile, Madonna e madre. Le opere di Ugo Riva e i dipinti saranno pubblicati, con un saggio di F. Noris, in un apposito numero dei Quaderni di Spazio Viterbi. In occasione dell’antologica di Bergamo, sarà pubblicato un volume di 200 pagine, Silvana Editoriale, dal titolo RIVA, scultore, che documenta grazie a 150 fotografie tutta la sua vita artistica, e raccoglie i testi dei principali storici e critici che si sono interessati al suo lavoro. Anche Milano vedrà protagonista l’artista bergamasco con la mostra Ugo Riva. Scultore in bronzo allestita alla Galleria Salamon & C. (Palazzo Cicogna – via San Damiano 2, tel. 76013142) dal 7 maggio al 13 giugno. Presentata da Timothy Standring, direttore della Gates Foundation, Painting & Sculture dipartimento al Denver Art Museum, l’esposizione raccoglie 15 sculture dove Riva affronta il discorso sulla figura umana, soprattutto figure femminili in tutte la sue sfaccettature: madri, madonne, donne.
UGO RIVA
Un artista contemporaneo e la classicità
12 aprile - 31 agosto 2008
Bergamo, Spazio Viterbi – Palazzo della Provincia di Bergamo (Via Torquato Tasso 8)
Orari di apertura: da lunedì a sabato 15-19 (chiuso il giovedì) domenica e festivi 10-12 e 15-19 Ingresso libero Inaugurazione: venerdì 11 aprile 2008, ore 18.00
Info: tel. 035 387604 - 035 387397 www.provincia.bergamo.it
(09/04/2008)
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