
Nel libro Servillo descrive quello che capita a un attore che intreccia contemporaneamente un lavoro al cinema e uno a teatro. «Esprimersi in più ambiti conferisce una sorta di cosmopolitismo dello spettacolo: in questo periodo non tutti gli attori sono fortunati come me nel poter presentare anche all’estero un lavoro a teatro come "Trilogie della villeggiatura" di Goldoni e opere nelle sale cinematografiche come "Il Divo" e "Gomorra"». Come affronta Servillo ogni nuovo personaggio? «Mi metto sempre nei confronti del personaggio, che reputo più grande di me, con un rispetto ossequioso e una sorta di timore reverenziale». L’attore napoletano (è nato ad Afragòla, anche se vive a Caserta dagli anni ’60) osserva che «la difficoltà dell’esercizio di questo mestiere insegna a vivere».
(08/01/2009)
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