Siamo sempre più piccoli nell’Universo

Astronomia Un viaggio in Cile alla scoperta dei meccanismi del Very Large Telescope, l’osservatorio ottico più grande del mondo. La meraviglia di un cielo stellato senza pari, il bisogno di guardare «più in là» delle miserie in cui siamo immersi

Terminata l’inchiesta per il programma Report di Raitre sulla «pena di morte nel mondo», dopo un anno e mezzo trascorso immerso nella sofferenza umana, volevo andare «oltre» per disintossicarmi l’anima e decisi di uscir «a riveder le stelle». Lasciata la costa nebbiosa del Pacifico, il traffico caotico di Antofagasta, sono salito nell’aria rarefatta e limpidissima dell’altopiano, avanzando nel cuore del deserto di Atacama, il più secco e desolato del mondo. Dietro un ultimo dosso, una visione da fantascienza. Come un miraggio sospeso sull’orizzonte si materializzarono le strutture in acciaio di giganteschi telescopi. È l’Osservatorio Cerro Paranal, a 2.700 metri d’altezza: sede del Very Large Telescope (Vlt) con i suoi quattro telescopi identici: la loro precisa interazione ne fa, attualmente, il telescopio ottico più potente del mondo.

La delusione di oggi

In questi giorni di agosto 2022, l’astronomo e ormai amico Leonardo Vanzi, che da anni vive con la moglie e due figlie in quell’osservatorio cileno, è tornato in Europa e ha trovato l’ambiente che si degrada e la guerra: «Tu sei venuto a Cerro Paranal - mi dice - a “disintossicarti” delle nefandezze umane: abbiamo la possibilità di guardare più in là… Ma in fin dei conti preferiamo guardarci i piedi».

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