Sanremo, Ermal Meta resta primo
Giovani, vince Gaudiano: «A mio padre»

Venerdì 5 marzo sul palco dell’Ariston la penultima serata del Festival. Ospiti Mahmood, Alessandra Amoroso, Emma, Matilde Gioli e Beatrice Venezi. Gaudiano vincitore della categoria Nuove proposte, il ricordo del padre scomparso due anni fa. Colapesce e Dimartino vincono la serata, nella classifica generale resta in testa Ermal Meta.

Penultima puntata di Sanremo 2021, venerdì 5 marzo. Ospiti Mahmood, Alessandra Amoroso, Emma, Matilde Gioli, il direttore di orchestra Beatrice Venezi. Oltre al cast fisso, che vede per l’edizione 2021 la presenza di Fiorello e Achille Lauro, in un «quadro» dalle sonorità punk rock, torna sul palco Zlatan Ibrahimović e a co-condurre la serata al fianco di Amadeus c’è Barbara Palombelli. «Quando eravamo ragazzini eravamo già pazzi di Sanremo, la fabbrica della serenità non si deve fermare mai» ha commentato la giornalista. Torna la gara tra i Campioni, ma è soprattutto la serata delle nuove proposte con l’incoronazione del vincitore. A votare i giovani in gara - in ordine di esibizione Davide Shorty, Folcast, Gaudiano e Wrongonyou - è la Giuria della sala stampa, tv, radio e web, quella demoscopica ed il Televoto. Il vincitore delle Nuove proposte è Gaudiano, con il brano «Polvere da sparo». Secondo Davide Shorty con il brano Regina, terzo Folcast con il brano Scopriti, quarto Wrongonyou con il brano Lezioni di volo.

A votare i campioni è invece la sola giuria della sala stampa, tv, radio e web. I 26 «big» sul palco venerdì sera sono (in ordine alfabetico): Aiello, Annalisa, Arisa, Malika Ayane, Orietta Berti, Bugo, Colapesce Dimartino, Coma_Cose, Extraliscio feat Davide Toffolo, Fasma, Fulminacci, Gaia, Max Gazzè, Ghemon, Gio Evan, Irama, La Rappresentante di Lista, Lo Stato Sociale, Madame, Måneskin, Ermal Meta, Francesca Michielin e Fedez, Noemi, Random, Francesco Renga, Willie Peyote.

Tocca a Fiorello aprire la quarta serata del Festival di Sanremo, entrando in scena con la parrucca anni ’80-’90, un assaggio dell’annunciato duetto su Siamo donne, portato all’Ariston da Sabrina Salerno e Jo Squillo nel 1991. «Con i baffetti tagliati mi dicono che assomiglio a D’Alema senza baffetti», scherza, mentre saltella e invita a «fare sport: muovetevi, sennò non ci arrivate all’età mia. Bisogna fare sport: da ragazzini si fa il calcio, poi il calcetto, poi il tennis, poi le bocce. Più il tempo passa, più le palle rimpiccioliscono».

Va a Wrongonyou il Premio della Critica Mia Martini per le Nuove Proposte, con il brano Lezioni di volo. Wrongonyou ha avuto 22 preferenze, Davide Shorty 21, Gaudiano 11.

Il premio Lucio Dalla del festival di Sanremo, per le Nuove proposte, è stato invece assegnato a Davide Shorty.

Proclamato il vincitore delle Nuove proposte: è Gaudiano, con il brano «Polvere da sparo». Secondo Davide Shorty con il brano Regina, terzo Folcast con il brano Scopriti, quarto Wrongonyou con il brano Lezioni di volo.

«È qualcosa di eccezionale. Dedico questa vittoria a mio padre (venuto a mancare due anni fa, ndr), alla mia famiglia a tutte le persone che mi hanno permesso di essere qui. Due anni fa mio padre è andato via, ma ora lo sento qua con me». Con le lacrime agli occhi, Gaudiano - che sulla mano sinistra ha in bella vista il simbolo della campagna «I diritti sono uno spettacolo, Non mettiamoli in pausa» - riceve il premio per la vittoria tra le Nuove Proposte, con il brano Polvere da sparo.

Luca Gaudiano nasce a Foggia il 3 dicembre del 1991, da madre docente di lettere e papà ingegnere. Ed è proprio al padre, scomparso per un tumore al cervello - al quale ha dedicato la vittoria - ad iniziarlo alla musica, regalandogli una chitarra per il suo quindicesimo compleanno. Dopo il diploma, si trasferisce a Roma per approfondire gli studi musicali. Vive alcune soddisfacenti esperienze nell’ambito del teatro musicale e decide di concentrarsi sulla sua musica.Si definisce «un reduce di guerra salvato dalla musica». L’esperienza traumatica della malattia paterna lo spinge a trasferirsi a Milano, dove trova ispirazione per la produzione dei suoi brani, che registrerà insieme al producer Francesco Cataldo, grazie all’incontro con Adom Srl e Leave Music. Il 25 settembre 2020 debutta con un 45 giri digitale. «Le cose inutili» (Leave Music), con all’interno un lato A, «Le cose inutili», singolo di punta dell’esordio scritto durante lockdown, e un lato B, «Acqua per occhi rossi».

«Non voglio fare body shaming, sei ingrassato sei dimagrito, non si può dire niente... Ma Amadeus non vede niente, gli stavo accanto e non mi ha visto», scherza Fiorello sul palco dell’Ariston prima di coinvolgere il direttore artistico nella lettura in coro del gobbo. Insieme introducono così Barbara Palombelli, co-conduttrice della quarta serata del festival, elegante nel tailleur pantalone color panna. Al primo scambio, Fiorello le chiede come chiami nell’intimità il marito, Francesco Rutelli: «Francy, o anche cucciolo. Ma cucciolo chiamo anche mio nipote», scherza la giornalista, auspicando che Sanremo sia «un segnale di ripartenza per tutto lo spettacolo dal vivo».

«Come ho fatto ieri sera a convincere il motociclista a darmi un passaggio a Sanremo? E’ stato facile: gli ho detto che, se non mi avesse accompagnato, tu avresti condotto il Festival anche il prossimo anno». Così, con l’ormai abituale ironia nei confronti di Amadeus, Zlatan Ibrahimovic ha fatto il suo ingresso sul palco nella penultima puntata di Sanremo. In giacca bianca, l’attaccante del Milan ha poi dettato «la regola numero 5» del suo Festival: «C’è troppa gente in campo, rischiamo la squalifica - ha detto ad Amadeus - Lascia solo tamburi e ragazze, gli altri via».

«È un Festival di Sanremo difficile, ma col coraggio di questo palco avete riempito le poltrone dell’Ariston, che purtroppo sono dovute restare vuote. Sicuramente avete fatto sorridere qualcuno che stasera vi sta guardando da uno dei nostri ospedali, qualche infermiere, qualche medico di guardia, qualche ragazzo delle nostre ambulanze o paziente che si sta riprendendo. Credo che al di là delle critiche, questo Festival sia davvero un’opera ben fatta». Lo ha detto il governatore ligure Giovanni Toti stasera dal palco dell’Ariston. «spero solo che questi ragazzi simboleggino la vita che riparte per tanti giovani che da un anno a questa parte sono chiusi nelle loro case, non vedono i loro amici e non possono andare a scuola». Toti ha premiato Gaudiano, vincitore della categoria Nuove proposte del Festival di Sanremo 2021. Il premio è una Lanterna di Genova realizzata in filigrana di Campo Ligure: «Porta fortuna - ha detto Toti al vincitore - lo ha fatto con tutti quelli a cui l’abbiamo consegnata in questi anni».

Martedì era stato Leonardo da Vinci, stasera Max Gazzè si è trasformato nel pittore Salvador Dalì, con tanto di baffetti al’insù, fiori tra i capelli e bastone da passeggio. Gazzè-Dalì ha anche abbandonato la Trifluoperazina Monstery Band a favore di una poltrona (che ha provveduto a portarsi via a fine esibizione), seduto sulla quale ha cantato gran parte della canzone (Il farmacista). Sulla giacca di velluto amaranto campeggia la scritta Dalì 01.

Quarto quadro di Achille Lauro al Festival di Sanremo. L’artista si presenta in scena in abito da sposa, seta e piume bianche, brandendo la bandiera italiana, tra un accenno all’inno di Mameli e la marcia nuziale. Bacia Boss Doms sulla bocca, citando l’esibizione dell’anno scorso, poi canta «Me ne frego» e «Rolls Royce» coinvolgendo Fiorello. Alla fine dell’esibizione, Fiorello resta immobile al centro del palco: «Non posso parlare, sono ligio al mio ruolo, sono un olio, un quadro di Achille Lauro», scherza e viene portato via di peso.

«Siamo donne, oltre le gambe c’è di più», cantavano nel 1991 a Sanremo Sabrina Salerno e Jo Squillo. Un brano diventato simbolo di ribellione femminista che Fiorello a Amadeus ripropongono con le parrucche per citare le interpreti originali. «Sabrina, Jo, con questo brano avete fatto la storia», dice Fiorello. «E noi l’abbiamo rovinata», chiosa Amadeus.

A ogni entrata di Ibra, svedese di nascita, ma di origini slave, parte una musica stile Bregovich. «È la musica del mio Paese, che mi stimola e mi dà tanta energia, così ogni volta che vengo per il mio festival mi carica», spiega il calciatore rivolgendosi ad Amadeus che chiedeva spiegazioni. Poi, spostandosi verso il centro del palco, aggiunge: «Parliamo di tante cose, ma non di veri campioni, oltre me ci sono altri campioni qui dentro: e sono loro», indicando gli orchestrali, che lo ringraziano alzandosi in piedi.

Pochi minuti prima della mezzanotte sale sul palco Mahmood, vincitore del Festival 2019 con il brano «Soldi». Dopo essere rimasto anche lui bloccato in autostrada come Ibra, Mahmood ripropone in un medley di successi accompagnato dal battito di mani ritmato dell’orchestra.

«Negli anni ’70 dovemmo lottare per i diritti, voi li avete trovati già fatti, sta a voi difenderli con il sorriso determinato che sapete di avere. La chiave del nostro futuro è ribellarci sempre, tanto ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene come non va bene Liliana Segre, senatrice a vita che a 90 anni non può vaccinarsi senza scatenare odi micidiali». Il monologo di Barbara Palombelli all’Ariston è un appello alle ragazze, alle donne, alle nonne «a non arrendersi anche se il prezzo è molto, molto alto». Sul palco la giornalista racconta la sua storia ragazza ribelle, che amava i Beatles e i Rolling Stones ma guardava Sanremo con il padre che la sognava simile a Gigliola Cinquetti.

Una ragazza che a 15 anni iniziò a lavorare «e non ho mai smesso, ha fatto la standista, la segretaria, la sondaggista, la commessa per tanti anni. Studiate fino alle lacrime e lavorate fino all’indipendenza, perché alla fine funziona», sottolinea ricordando la chiamata di Ugo Stille al Corriere della Sera, poi l’esperienza a Repubblica, in un amarcord accompagnato dai successi storici del festival. «Le donne forti, in questa Europa guidata dalle donne - dice ancora - devono contribuire alla grande rinascita nostro paese, ci credo, sento che sta per avvenire. Non vi fermate, correte, andate incontro al futuro senza farvi togliere il fiato, il cuore, la dignità. Come ha detto Papa Francesco, dobbiamo osare: non vi arrendete, facciamo rumore».

Emma a sorpresa raggiunge Alessandra Amoroso sul palco dell’Ariston per cantare con l’amica «Pezzo di cuore», il singolo che hanno inciso insieme. Alla fine dell’esibizione, Emma ha ringraziato Amadeus per l’impegno sul festival. «La musica è sempre un buon punto di partenza per una rinascita».

Energia e ritmo: Enzo Avitabile con i Bottari di Portico fa ballare anche l’orchestra di Sanremo con l’omaggio a Renato Carosone sulle note di Caravan Petrol, con Amadeus e Fiorello in turbante e pennacchio. Un’occasione anche per lanciare la fiction Carosello Carosone, con Eduardo Scarpetta nei panni dell’artista, in onda il 18 marzo su Rai1.

«Mi chiamo Alessandra e nella vita faccio la cantante». «Mi chiamo Matilde e nella vita faccio l’attrice». Nella platea vuota dell’Ariston, Alessandra Amoroso e Matilde Gioli portano le istanze dei lavoratori dello spettacolo che si trovano a vivere «un presente inaspettato, difficile, di chi ha paura di non farcela, di non poter tornare alla vita di prima». «Il nostro lavoro - aggiungono le due artiste, completando una la frase dell’altra - ha bisogno di tante donne e tanti uomini che ci permettono di fare quello che amiamo e di essere quello che siamo. Ma ora che tutto si è fermato, le loro vite più delle nostre sono sospese in una ripartenza difficile da immaginare e in un aiuto che non è mai arrivato». «Molti si sono dovuti reinventare, ma non hanno perso la speranza della dignità del loro lavoro. Sono quelli che rimangono nell’ombra quando le luci si accendono. Ma il lavoro è un diritto di tutti e non un colpo di fortuna». Per loro, per tutte le maestranze del mondo dello spettacolo (con una rappresentanza salita sul palco) un applauso da remoto di molti artisti, da Diodato a Roy Paci, da Marco Giallini a Fiorella Mannoia.

All’1,15 Francesco Renga torna sul palco per ricantare la sua canzone: nella prima esibizione, infatti, ci sono stati problemi con il microfono e, spiega Amadeus, si è deciso di procedere con una nuova esibizione «per correttezza, come da regolamento». «Sento notizie preoccupanti arrivare dalla mia città. Forza Brescia», dice Francesco Renga, cogliendo l’occasione per incitare la sua città, di nuovo piegata dal Covid.

La classifica della sala stampa arriva all’1,55. «Credevano che avremmo finito alle tre meno un quarto, abbiamo recuperato 45 minuti» dice Amadeus. Sul podio della sala stampa ci sono: primi Colapesce e Dimartino, secondo Maneskin e terzo Willie Peyote.

Infine, la classifica generale al termine della puntata: rimane in testa Ermal Meta, secondo Willie Peyote, terza Arisa. Seguono nella top 10 Annalisa, Maneskin, Irama, La Rappresentante di lista, Colapesce-Dimartino, Malika Ayane, Noemi.

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