Sabato Godot si aspetta a Nembro
Balasso rilegge l’opera di Beckett

Riprende, dopo la pausa natalizia, la stagione teatrale del San Filippo Neri. E riprende alla grande portando sul palco della sala di Nembro una strana coppia, quella formata da Natalino Balasso e Jurij Ferrini (che ne cura anche la regia), alle prese niente di meno che con uno dei testi fondamentali del teatro del Novecento, «Aspettando Godot» di Samuel Beckett (domani, sabato, ore 20,45).

«Questo progetto di messinscena - dice il regista Jurij Ferrini - nasce dall’incontro con Natalino Balasso, durante le prove de “I Rusteghi”, uno spettacolo diretto da Gabriele Vacis. Volevamo proseguire sia il lavoro sia il fortunato incontro e abbiamo cercato un testo che ci convincesse e che rispecchiasse la nostra attitudine alla comicità. Da subito è apparso chiaro che l’inossidabile potenza drammaturgica di “Aspettando Godot”, di Samuel Beckett, offriva il materiale che cercavamo».

In un desolato paesaggio di campagna, vicino a un albero, si incontrano due personaggi, Vladimiro (chiamato anche Didi) e Estragone (chiamato Gogo). All’apparenza sembrano due clochard e ogni giorno si incontrano perché devono aspettare questo misterioso “signor Godot”. Non si sa bene il perché lo aspettino e che cosa vogliano da lui: ma aspettano. Giorno dopo giorno. È uno dei testi fondamentali del teatro del Novecento quello scritto dal Premio Nobel Samuel Beckett. Un testo che ha fatto versare i proverbiali fiumi di inchiostro a legioni di esegeti.

Ancora il regista: «L’umanità, o meglio tutti gli uomini e le donne che la compongono, ognuno di noi, attende invano un cambiamento della propria condizione esistenziale, avendo completamente smarrito il senso del tempo, dell’azione per ottenere un determinato scopo o della semplice e concreta volontà».