Cultura e Spettacoli / Pianura
Lunedì 04 Agosto 2014
Riso amaro e L’albero degli zoccoli
La Bassa nella storia del cinema
«Per piacere, c’è nessuno di Treviglio?». La voce anonima di un «Romeo» di provincia in cerca della sua «Giulietta» si leva oltre le mura del grande cascinale del film «Riso amaro» dove sono ospitate le mondine. La Bassa è entrata nella narrazione di tanti film.
«Per piacere, c’è nessuno di Treviglio?». La voce anonima di un «Romeo» di provincia in cerca della sua «Giulietta» si leva oltre le mura del grande cascinale del film «Riso amaro» dove sono ospitate le mondine.
Un pacifico esercito di donne - contadine, ma anche operaie, commesse, sarte e dattilografe, come recita l’introduzione - che dalle estreme località del nord Italia, passando per Treviglio, raggiungeva la meta del lavoro servendosi della ferrovia.
Ed è proprio lungo la strada ferrata della piana padana, toccando le fermate orobiche della Bassa, che si può svolgere un piccolo esercizio di memoria cinematografica sulla figura del pendolare.
La battuta citata all’inizio è un estratto dell’opera del regista De Santis, un film che compie 65 anni e oltre ad una storia avvincente con un cast di prim’ordine - Vittorio Gassman, Silvana Mangano, Doris Dowling, Raf Vallone - offre un vivido spaccato dell’Italia del dopoguerra.
C’è poi il viaggio degli sposini de «L’albero degli zoccoli», stazioni e miraggi televisivi ne «I cammelli» di Bertolucci e «Kamikazen» di Salvatores.
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