Renga, pubblico tutto in piedi
Entusiasmo per il primo concerto

Per iniziare Irene Fornaciari e le «Emozioni» a perdere di un’intoccabile della canzone italiana che fece rivoluzione: Battisti. Poi Renga in «Tempo reale», tante canzoni in due ore e passa di concerto serrato. Pubblico entusiasta da subito.

Solo il numero dei pezzi dà idea di un viaggio lungo e anche un po’ tortuoso: 27 capitoli di una storia che ha conosciuto tanti angoli e direttrici sicure. Francesco dal vivo è in gran forma, atletico, motivante, sicuro di sé e di una scelta di cambiamento che ha comportato un successo limpido e senza fraintendimenti. Il pubblico arriva ai concerti e partecipa e lui cerca di essere empatico, ci riesce.

Non servono troppe parole, bastano le canzoni ad impianto pop-rock, secondo la regia di Michele Canova. La scaletta parte dal fondo, dal presente di «Vivendo adesso»: lo stile inequivocabile di Elisa che regala a Francesco la chance di un altro cantato. Avanti si rimane in tema sull’onda dei cambiamenti suggeriti dall’ultimo album «Tempo reale».

I messaggi arrivano dalle canzoni. Il desiderio di Francesco è leggibile oltre le parole: «Vorrei che fosse una serata di gioia, che lasciaste fuori i problemi, che le musica serva anche a questo». Sul registro di qualche emozione palpabile arrivano «Ci sarai» e «Ferro e cartone» da un album bello e incompreso. Tra i titoli affiorano altri tempi e altro stile: «Come te», «Un’ora in più», «Dimmi», «Meravigliosa».

La scenografia è semplice, minima, giusto per consentire alle canzoni di guadagnare sempre il centro dell’attenzione. Non ci sono artifici di sorta che non passino per la voce di Francesco ed il lavoro dei musicisti. Si entra da subito nel vivo e si scioglie il nodo della memoria, si attraversano i periodi che Renga ha messo in fila nella sua carriera, spigolando solo i pezzi che hanno fatto breccia. L’attacco è caldo, rockista, l’atmosfera si placa in un secondo momento quando è tempo di poche parole e qualche riflessione sulla felicità, piccolo «oggetto» che è dentro di ognuno di noi, lì da scoprire. «A un isolato da te» è l’altra canzone manifesto della nuova fase artistica di Renga. Il pubblico la segue con tanta partecipazione.

Piacciono i brani più nuovi, «Un lungo inverno», «Ora vieni a vedere», «Almeno un po’» scritta da Kekko dei Modà. «Dimenticarmi di te» spiega al pubblico come e quando arriva il momento di ricominciare, un’altra traccia di biografia. La voce ricerca una strada altra, accanto a quelle percorse, non si compiace e si rende sempre funzionale alla melodia. Renga è un buon cantante, un vocalist che ha studiato, allenato la voce, si è guadagnato ogni risultato faticosamente. Ciò non di meno il passato qualche volta riaffiora ed il pubblico apprezza. Per il bis «Angelo», «La tua bellezza», «Dovrebbe essere così», accolte con entusiasmo da un Creberg da tutto esaurito e ormai in piedi. Si replica il 23 ed il 27 ottobre.

Ugo Bacci

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Eco di Bergamo Francesco Renga al Creberg