Premio Narrativa Bergamo
Ecco i cinque finalisti

resi noti i nomi dei cinque finalisti del Premio Narrativa Bergamo sono Giorgio Vasta, Rossana Campo, Andrea Bajani ,Nadia Terranova e Alessandro Zaccuri. Tra gli ospiti della manifestazione Roberto Saviano.

Il Premio Nazionale di Narrativa Bergamo ha rivelato al pubblico i cinque titoli finalisti e i nomi dei loro autori con una cerimonia che si è tenuta presso la biblioteca Tiraboschi a Bergamo:
- Absolutely nothing di Giorgio Vasta Ramak Fazel (Quodlibet Humboldt)
- Dove troverete un padre come il mio di Rossana Campo (Ponte alle Grazie)
- Un bene al mondo di Andrea Bajani (I coralli Einaudi)
- Gli anni al contrario di Nadia Terranova (Stile Libero Big Einaudi)
- Lo spregio di Alessandro Zaccuri (Marsilio)

Andrea Cortellessa, critico letterario e membro del Comitato Scientifico del Premio, ha presentato i cinque libri finalisti analizzando come sempre dettagli e particolarità della scrittura di ognuno, con la sua consueta profondità di lettura che ha stimolato curiosità e interesse nel pubblico presente in sala. «Tre dei cinque libri finalisti a questa edizione del Premio Bergamo si presentano esplicitamente come autobiografici. Non fiction novels, come si dice oggi: che nella struttura narrativa del romanzo, cioè, calano esperienze personali dei rispettivi autori, più o meno rielaborate e, dal presente della scrittura, più o meno remote nel tempo. Quello di Vasta (che rientra nell’innovativo progetto «Humboldt», nel quale ogni itinerario viene presentato dal doppio sguardo di un narratore e di un fotografo – in questo caso l’americano d’origine iraniana Ramak Fazel) è un diario di viaggio nei «deserti americani», rielaborato a partire da appunti presi nel 2013. L’opera prima di Nadia Terranova, che mutua lo sguardo di una bambina nata sul finire degli anni Settanta, rivela la sua natura autobiografica solo nell’Epilogo indirizzato ai lettori; e si riferisce per lo più al tempo dell’infanzia di Mara-Nadia, e della contrastata e sofferente storia d’amore dei suoi genitori, a cavallo appunto fra anni Settanta e Ottanta. Mentre quello di Rossana Campo, per la prima volta, è un libro scritto da lei esplicitamente in prima persona, dedicato a ripercorrere i suoi rapporti con la figura del padre, come dice il titolo, all’indomani della sua scomparsa.

Sono favole impersonali e più o meno scopertamente allegoriche, invece, i brevi romanzi di Andrea Bajani e Alessandro Zaccuri (anche se pure quest’ultimo s’incentra sul rapporto di due giovani, amici fraterni destinati a trasformarsi in Caino e Abele, coi rispettivi padri; mentre il racconto di Bajani ha come protagonista un bambino che vive i propri sentimenti senza poterli mettere in comune coi propri genitori). Storie nelle quali la famiglia si rivela un inferno (come nell’apologo di tragica e biblica asciuttezza di Zaccuri, o nella sofferta anamnesi di Terranova) o, nella migliore delle ipotesi (quella del memoir sul padre di Campo), un ilare e picaresco – ma non, per ciò, meno autodistruttivo – manicomio. Per fortuna dunque il tema famigliare, che da sempre ossessiona i narratori italiani, non mostra in questi libri il minimo compiacimento elegiaco e nostalgico.

Fa eccezione a questa unità tematica, però, il testo di Vasta: nel quale il viaggio iniziatico del protagonista nell’allusivo scenario del deserto (ma il trattamento del paesaggio da parte di Bajani e Zaccuri, che hanno in comune un’ambientazione di frontiera, non è meno allegoricamente spoglio e spettrale) vi proietta una solitudine assiderata, desolatamente deprivata di legami (se non quelli, a loro modo picareschi pur’essi, cogli occasionali compagni di viaggio: il fotografo e la tour manager, fotografa a sua volta, destinata a farsi editrice del libro).

Sicché un legame fra i testi, più sottile e profondo, andrà semmai indicato nel comune indugiare intorno a un’assenza che sempre fonda, non troppo paradossalmente, l’identità dei personaggi o, direttamente, quella di chi scrive. Una mancanza, un vuoto al centro che si fa baricentro strutturale ed emotivo delle storie raccontate, nonché delle scritture che le sostanziano. È il caso, dichiarato, della quête di Vasta; ma anche di quella del personaggio senza nome di Bajani, disperso in non-spazio e in un non-tempo percorso solo dal suo dolore (personificato con originale invenzione narrativa); o, ancora, dei personaggi disperati nella favola di Zaccuri: anime nere come quelle che infestano i paesaggi scuoranti nel film omonimo di Francesco Munzi (fra i più duri e potenti prodotti in Italia negli ultimi anni). Mentre, nelle vicende famigliari raccontate da Terranova e Campo, i sentimenti dominanti – rispettivamente la pietas dolente ma pure risentita e la ribelle e testarda solidarietà – non possono dissimulare appunto, di quei padri autodistruttivi e ostinatamente incoscienti, la mancanza lancinante.»

La serata si è aperta con l’introduzione ufficiale alla 33° edizione del Presidente Massimo Rocchi che ha sottolineato l’importanza di questi trentatre anni di attività, grazie alla tenacia e all’impegno di chi l’ha iniziato e di chi lo sta proseguendo, e grazie soprattutto a Sponsor e Soci che permettono che la città non perda un appuntamento letterario di prestigio e di stimolo alla cultura, vista la consueta partecipazione allargata che ne testimonia il riferimento stabile e consolidato per chi ama i libri e gli scrittori. Quest’anno il Premio prevede l’inserimento in calendario di due Eventi di spessore: l’ospite d’onore Roberto Saviano il 18 aprile al teatro Donizetti che ci racconterà il suo ultimo libro «La paranza dei bambini» ed. Feltrinelli (evento organizzato con la 58°edizione della Fiera dei Librai Bergamo) e la proiezione in anteprima nazionale, il 3 maggio all’Auditorium, del documentario di Paolo Jamoletti «Arlecchino notturno» nel teatro mortale di Francesco Permunian. Parteciperà Salvatore Silvano Nigro. (Evento In collaborazione con Lab80). Alla cerimonia finale di Premiazione il 29 aprile al Donizetti quest’anno incontreremo Angelo Guglielmi.

Sono seguite le comunicazioni del Segretario Generale Flavia Alborghetti riguardo le modalità di consegna delle schede voto, il ritiro dei libri per i giurati e la composizione della Giuria Popolare: 60 gli adulti (46 estratti fra oltre 300 richieste pervenute + 14 giurati storici e onorari),40 giovani (selezionati su 120 domande), una decina di associazioni culturali (fra cui il carcere) e 22 scuole che anche quest’anno, hanno aderito sia alla Giuria che ai laboratori di lettura offerti dal Premio e condotti da Adriana Lorenzi. Si rileva un incremento sensibile di richieste per le categorie dei singoli, giovani e adulti e si confermano le altre categorie. Infine, con sorteggio pubblico, è stata ufficializzata anche la composizione della Giuria Popolare con più di 25 anni: 46 persone sono state nominate ed estratte fra tutte le richieste di candidature pervenute alla Segreteria del Premio. I libri finalisti, che si potranno acquistare durante gli incontri con gli scrittori, si troveranno nelle librerie che aderiscono numerose alla Manifestazione (16 tra città e provincia) e di cui si trova l’elenco nel sito del Premio e nei programmi distribuiti in città. Il calendario degli incontri, condotti dalla scrittrice e docente Adriana Lorenzi con i finalisti, alla Biblioteca Tiraboschi alle 18.00, è così suddiviso:

Giovedì’ 2 marzo– Giorgio Vasta
Giovedì’ 9 marzo– Rossana Campo
Giovedì’ 16 marzo– Andrea Bajani
Giovedì’ 23 marzo– Nadia Terranova
Giovedì’ 30 marzo– Alessandro Zaccuri

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