Omar Pedrini domenica a Cenate
Dopo la malattia torna ai concerti

Cuore matto, testa da hipster, Omar Pedrini ha ripreso la via dei concerti: una vera tournée dopo tanto tempo. Prima qualche serata sporadica. «Sono a metà strada e domenica mi fermo li da voi a Cenate Sotto, per Emergency». Omar sarà all’area feste con inizio alle 21, l’ ingresso è libero. Spiega il rocker bresciano. «Continuo a fare le mie visite, mi tengono monitorato. Ogni mese un paio di giorni di controlli, per vedere come reagisco alla fatica del tour. Erano otto anni che il vecchietto non era in giro così».

Per essere uno che ha un prima e un dopo, Omar ha preso bene l’accidente al cuore che se lo stava portando via. Ha riveduto e corretto la propria esistenza, ha visto cambiare tutta la prospettiva, e ora, paradossalmente, sta meglio di prima: vive con più attenzione ogni brandello di vita, lo assapora, lo centellina come fosse un vino da meditazione, come gli ha insegnato quell’anarchico di Veronelli, suo padre putativo.

«Il gusto delle cose ora è più acuto - spiega -. Certo, vent’anni fa quando ci si sentiva per le interviste a margine ci scambiavamo opinioni sul tal locale, su quella birra più buona, adesso entro ed esco dalle visite di controllo. È la vita. Pian piano mi sono abituato alla sorpresa di questa bella annata. Mi sono rimesso in gioco un po’ per caso. All’inizio pensavo mi avessero dimenticato, che il pubblico avesse girato le spalle. Invece no, ai concerti c’è un grande abbraccio collettivo. Sono tornati a sentirmi tanti fan dei Timoria. Qualche volta vedo i vecchi fan che sono diventati papà e portano i figli al concerto. Sono un hippy, queste cose mi piacciono».

«Che ci vado a fare a Londra? – Storie dal Pianeta Blu» è un disco fortunato, dice Pedrini, che aggiunge: «L’abbraccio con la gente mi dà energia e mi convince di questo ritorno affrontato in punta di piedi. Ho già una buona offerta di management per la tournée autunnale. Stiamo chiudendo i contratti e pensando a un nuovo singolo per la prossima stagione».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 19 luglio