Dal 22 al 26 giugno in località Fontanì di Sarnico il Teatro Prova mette in scena lo spettacolo Odissea per la regia di Oreste Castagna. Cinque serate con inizio alle ore 21.45. Lo show in riva al lago vede la partecipazione di Max Brembilla e Patrizia Geneletti e degli allievi del terzo anno del corso per attore di Teatro Prova. Scene e costumi di Angelo Alfonso Andreoli. La manifestazione è organizzata in collaborazione con il Comune di Sarnico, la Pro Loco, il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali, la Regione Lombardia e la Provincia di Bergamo. Biglietti d’ingresso 10 euro; ridotti 8 euro; prevendita presso la Pro Loco di Sarnico.
LA SCHEDA
Il viaggio di Odisseo non si conclude col suo ritorno ad Itaca. Tra le ritrovate braccia di Penelope egli si fa racconto, canto e incanto, rivelazione e occultamento, verità e menzogna, musa e sirena, memoria e oblio. Il suo viaggio, la sua Odissea, è metafora della vita, del suo senso attraverso lo scorrere del tempo, attraverso il nostos, il ritorno interminabile. Egli diviene desiderio e nostalgia vagante, sempre storia in partenza, porto da cui salpare.
La ritrovata Itaca non può essere la meta finale. Grembo di origini, tessitura degli affetti, isola dell’utopia della quotidiana serenità, dovrà essere lasciata di nuovo per continuare a costituire l’oggetto del desiderio di pace e ritorno che però non appartiene alla realtà di un animo tormentato come quello di Odisseo. Il richiamo del mare, lo sguardo volto all’orizzonte sono i segni di una inquietudine dell’uomo moderno e di un bisogno di conoscenza che nessuna Penelope saprà contenere, nessuna Atena potrà determinare.
Nell’incontro d’amore tra Penelope e Odisseo, scandito dal tessere una tela, si snoderà il racconto del viaggio di ritorno. Il raccontare prenderà vita attraverso azioni, canti, parole e musiche dove l’eroe si frantumerà nei suoi molteplici volti, nelle sue diverse personalità, in un caleidoscopio di atteggiamenti e attitudini. Il bugiardo, il coraggioso, il conoscitore, l’amante, il capitano, l’arguto, il devoto sono le sette incarnazioni di un Odisseo chiamato ad agire sempre in prima persona, protagonista e autore del proprio destino, beffardamente in sfida con l’Olimpo, costantemente protetto da Atena.
Se viaggiare è perdersi per ritrovare, una volta ritrovatosi non si ferma: Penelope stessa gli consegnerà la sua tela, una tela vela tessuta quale premonitrice di un nuova partenza, forse l’ultima, verso la dolce vecchiaia. Per rimanere mito eterno.
(20/06/2005)
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