Notti di Luce, Trovesi all’opera
al centro congressi Giovanni XXIII

Giovedì sera, 4 settembre, per la prima volta entrerà a far parte dei luoghi che hanno fatto da palcoscenico a Notti di Luce il Centro Congressi Giovanni XXIII, che ospiterà il primo dei due appuntamenti speciali, con i quali si vuole rendere omaggio al grande musicista bergamasco Gianluigi Trovesi.

Giovedì sera, 4 settembre, per la prima volta entrerà a far parte dei luoghi che hanno fatto da palcoscenico a Notti di Luce il Centro Congressi Giovanni XXIII, che ospiterà il primo dei due appuntamenti speciali, con i quali si vuole rendere omaggio al grande musicista bergamasco Gianluigi Trovesi, al suo settantesimo compleanno e ai suoi cinquant’anni e più di carriera, durante i quali ha calcato i più importanti palcoscenici del mondo dalla Carnegie Hall di New York al Teatro di Pechino, realizzando una sintesi straordinaria tra composizione contemporanea e tradizione colta.

L’idea sottesa a “Trovesi all’Opera, profumo di Violetta” è quella di unire il forte background operistico che permea la musica italiana con certo modus operandi proprio del jazz, quale l’improvvisazione, la libertà ritmica e sonora, il dialogo interno tra i musicisti.

Il musicista di Nembro rilegge in chiave originale alcune famose arie d’opera di Claudio Monteverdi, Pergolesi, Verdi, Puccini, Mascagni. Affianca il clarinettista la Filarmonica Mousiké, diretta da Savino Acquaviva, un ensemble orchestrale composto da strumentisti di talento, che chiamare banda è assolutamente riduttivo e i “fedelissimi” Stefano Bertoli e Marco Remondini alle percussioni e al violoncello.

Del resto il lessico sinfonico-operistico appartiene al background di Trovesi quanto quello, appunto, bandistico, senza disdegnare la balera, praticata assieme a tutti gli altri in gioventù. E Trovesi è così avveduto da non rinnegare nessuna di queste esperienze, facendone anzi tesoro.

Le penne, qui, al di là di Trovesi, sono anche altre: Corrado Guarino, Natale Arnoldi, Gabriele Moraschi, Rodolfo Matulich e Marco Remondini, che è anche protagonista di interventi sempre inventivi, specie in “Largo al factotum”, in cui icone dal Barbiere di Siviglia subiscono un trattamento (per violoncello distorto) che rimanda ad analoga operazione di Mike Westbrook (“Rossini”, 1987), ma ancor più a quanto Hendrix fece a Woodstock con l’inno americano.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

Per i dettagli della programmazione consultare il sito www.nottidiluce.com.

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