Cultura e Spettacoli / Hinterland
Lunedì 18 Marzo 2019
«Né serva, né padrona» ma con autoironia
La donna emancipata della Contin
Nello spettacolo presentato all’auditorium di Ponteranica nell’ambito della stagione del teatro Erbamil, l’attrice Claudia Contin (la prima donna a rappresentare la maschera di Arlecchino) diverte coinvolgendo il pubblico e fa riflettere sulla condizione della donna oggi.
A Ponteranica per la stagione di teatro Erbamil è andata in scena Claudia Contin Arlecchino con: «Né serva, né padrona», una rappresentazione sulle donne della commedia dell’arte. È con la chiave dell’ironia e dell’autoironia che l’attrice costruisce uno spettacolo di catarsi collettiva e di emancipazione femminile. Una messa in scena che non è mai la stessa perchè lo scambio con il pubblico qui diventa linfa vitale. È anche in base alle reazioni degli spettatori che si trasforma e si modella la cornice.
Il nucleo della rappresentazione, invece, si basa sul ruolo delle donne nella società a partire dal ’500-’600, quando, per esempio una cantante e musicista, come Adriana Basile e un’attrice e letterata come Isabella Andreini sono delle vere e proprie star conosciute in tutta Europa. Di loro tuttavia, si è perso il ricordo, quasi spazzate via dal racconto di una storia dell’arte che non è stata per nulla paritaria e oggettiva ma ha fatto prevalere quasi solo le figure maschili. Il risultato è spassoso, si ride a crepapelle quando la Contin fa la caricatura delle peculiarità femminili delle cortigiane (che, in realtà, sono le stesse delle donne di oggi) e durante i siparietti con gli uomini del pubblico, ma comunque riesce a far riflettere, la donna ne esce con più autostima e l’uomo più consapevole. Non è cosa da poco.
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