Morto lo storico dell’arte Philippe Daverio
Per lui Bergamo tra le bellezze d’Italia

Aveva 70 anni: nel 2016 la «lectio magistralis» all’Università degli studi di Bergamo in occasione della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

È morto nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 settembre all’istituto dei Tumori di Milano lo storico dell’arte Philippe Daverio. Lo ha reso noto la regista e direttrice del Franco Parenti Andree Ruth Shammah. Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, aveva 70 anni. «Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte» ha detto Shammah all’Ansa.

«Amico mio ....il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina» ha scritto Shammah su Instagram, dando notizia sui social della morte dell’amico Philippe Daverio. Ha commentato Emanuele Fiano del Pd: «Andree Ruth #Shammah ci da purtroppo notizia della scomparsa di Philippe #Daverio uomo di grande cultura, simpatia e umanità. Una grande perdita per #Milano e per tutti. Sono molto addolorato per la sua scomparsa. Sia lieve a lui la terra». «Una gravissima perdita - ha aggiunto il presidente dell’Anpi provinciale di Milano Roberto Cenati - per il Paese, per Milano, per la cultura, per tutti noi».

Daverio avrebbe compiuto 71 anni il prossimo 17 ottobre, e tra l’altro era stato anche assessore alla Cultura del Comune di Milano dal 1993 al 1997. Ha insegnato storia dell’arte presso la Iulm di Milano, e storia del design presso il Politecnico di Milano, e fino al 2016 ha ricoperto l’incarico di professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo. Nel 2010 è stato designato dal sindaco di Palermo come consulente per la Festa di Santa Rosalia. Nel 2011, in concomitanza dei festeggiamenti per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia, fondò il movimento d’opinione Save Italy.

Lo storico dell’arte, già professore all’Università di Palermo aveva tenuto una «lectio magistralis» in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli studi di Bergamo nel 2016 alla presenza anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo la prolusione del rettore Remo Morzenti Pellegrini. In quell’occasione parlò dell’«Europa che vorremmo: quella della cultura».

«La scomparsa di Philippe Daverio è motivo di grande sconforto per tutta la comunità accademica», le parole del rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini. «Ricorderò sempre con profonda stima e gratitudine la sua lectio magistralis nella quale esortava gli studenti a essere rivoluzionari e prepararsi alle sfide del domani con l’immancabile energia che li contraddistingue - ha sottolineato in una nota -. Come sottolineò nel suo discorso, emozionante e dotto, la responsabilità di noi accademici è quella di formare persone che possano sfruttare al meglio le proprie potenzialità, motivate dagli insegnamenti ricevuti. Allora le sue parole esaltarono il ruolo fondamentale dell’università nel tessuto sociale e mai come oggi, risuonano attuali.»

Nel 1999 è stato inviato speciale della trasmissione Art’è su Rai 3 e nel 2000 è stato autore e conduttore di Art.tù. Dal 2002 al 2012 ha curato la serie Passepartout su Rai 3, programma d’arte e cultura, seguito poi da Il Capitale. Nel 2011 per Rai 5 ha condotto Emporio Daverio. Ha collaborato con riviste e quotidiani come Panorama, Vogue, Liberal, Avvenire, Il Sole 24 Ore, National Geographic, Touring Club, L’architetto e QN Quotidiano Nazionale. Era direttore del periodico Art e Dossier e consulente per la casa editrice Skira. Collaborava inoltre con una rubrica sull’arte nel mensile Style Magazine del Corriere della Sera. Forte il suo apprezzamento per la città di Bergamo che citò a più riprese nel suo lavoro per Rizzoli ««Grand Tour d’Italia a piccoli passi».

La camera ardente di Philippe Daverio sarà aperta giovedì 3 settembre nella sala della Passione, a Brera, dalle 9.30 alle 18.30. Daverio era membro del comitato scientifico e amico di Brera. I funerali si terranno in forma privata, a causa delle restrizioni legate al Covid, il giorno dopo.

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