Cultura e Spettacoli / Pianura
Mercoledì 27 Luglio 2016
«Ma io non gioco a Pokémon Go»
Max racconta il suo «Potàmon Berghèm»
Altro che Pikachù e i suoi compari Snorlax, Bulbasaur e Zubat. Nel mondo virtuale made in Bergamo arrivano Giupì, Ciunì ’ngrasàt, Gat ross e Pès Mort.
Il mondo dei Pokémon Go, vera e propria ossessione estiva a livello mondiale, si fa nostrana e un 38enne di Osio Sopra, con il pallino per la tecnologia, ha dato vita a Potàmon Berghèm, pagina Facebook dove sono raccolti i nuovi personaggi orobici: le fattezze sono quelle dei mostriciattoli da videogioco, ma i nomi sono tutte bergamaschi. «A Berghèm a ghè i Potàmon!» scherza Emanuele Pelicioli, per tutti Max, tecnico elettronico di Osio Sopra, che questa paginetta Fb l’ha creata per scherzo, senza pensare minimamente che il progetto grafico dei suoi animaletti orobici potesse diventare virale. «Proprio io che i videogiochi neppure li sopporto e, diciamo la verità, neanche gioco con Pokémon Go, ma l’idea di modificare i disegni, per me e io mio fratello che mangiamo pane e Photoshop, era irresistibile».
A divertirsi con Emanuele c’è infatti in azione Francesco, 31enne e grafico pubblicitario: «Il primo personaggio a nascere è stato la “sgrignapola”, ossia il pipistrello: il gioco permette di rinominare i personaggi e da qui è stato un susseguirsi di animaletti in salsa bergamasca» continua Max. Qualche esempio? «Dal Papagal alla Stelasa, dallo Sigólot fino al Besòt, dal rat de lègna a quello di fogna”. Da pochi giorni è online la pagina Fb e le immagini stanno facendo il giro del Web con migliaia di link in poche ore e pure una proposta di merchandising di una società per realizzare con i nuovi personaggi una linea di magliette e cappellini.
Max sorride e ammette: «È solo un gioco e ovviamente le immagini non sono programmate per essere utilizzate per l’applicazione, ma è stata un’idea che ho condiviso con alcuni amici e da un invio di scatti in WhatsApp ho pensato di farci una pagina in Fb: dopo i primi cambi di nome, abbiamo anche inventato dei veri e propri personaggi nello stile dei Pokémon». Tutti in dialetto bergamasco ovviamente: «Avrei pensato che i miei interlocutori sarebbero stati più i 30-40enni, che usano il bergamasco con più frequenza dei ragazzini, e invece sono proprio gli adolescenti che mi contattano attraverso la pagina e mi propongono nuovi personaggi bergamaschi divertenti».
Quanti sono i protagonisti del mondo di Potàmon? «Da venerdì scorso già una novantina e credo che continueremo a inventarcene altri: è un bel modo per non dimenticarci le nostre origini e il nostro dialetto, ma soprattutto per ironizzare su questo gioco-tormentone». Con una precisazione: «Niente parolacce o insulti, resta un gioco che è in mano soprattutto ai ragazzini. Fa già ridere abbastanza così, senza bisogno di calcare la mano come invece hanno fatto dei nostri “colleghi” in diverse pagine virtuali». Intanto Max continua a stupirsi dei continui like sulla pagina Fb Potàmon (ieri sera erano quasi 5 mila, ndr) e ammette: «Il mio preferito? Ovviamente Polentù, da tutti conosciuto come Pikachù – e ride -: il suo color giallo polenta è stato decisamente ispirante».
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