Le prime parole di Rita dopo XFactor
«Non voglio cantare pezzi commerciali»

Anche ora che è stata eliminata, Rita Bellanza conquista le prime pagine dei giornali. Non avrà l’XFactor, visto che non potrà più correre per la vittoria finale, ma la concorrente bergamasca ha sicuramente qualcosa da dire. E da cantare.

Vi proponiamo alcuni passaggi dell’intervista che la giovane di Berzo San Fermo ha rilasciato a Rolling Stones.

Perché non so se tu abbia già avuto la possibilità di leggere e vedere tutto ciò che è uscito in queste settimane, ma fin dalle audizioni sei stata uno dei concorrenti più discussi, nel bene e nel male. Ciò che ci siamo chiesti è se questa pressione effettivamente filtrasse e arrivasse a te. «Io in parte la percepivo. Percepivo il differente approccio del pubblico rispetto a, per esempio, quando ho cantato Sally. So di aver fatto un gran bel casino in tutti i live. Tranne gli ultimi due, di cui sono soddisfatta, in tutti gli altri sono andata un po’ così, diciamo».

Ti hanno presentata al pubblico come una cantante molto intimista, molto introspettiva, mentre invece sta venendo fuori un lato molto estroverso di te. «A livello di vita, sì, sono una casinara pazzesca, amo far ridere la gente, mi piace ridere. Poi, però, a livello musicale, amo la musica introspettiva, comunque una musica di un certo valore, non mi metterei mai a cantare la musica italiana di oggi, quello mai, non lo farei mai neanche se mi offrissero un milione».

Sempre come scelta dei brani, hai portato sul palco molti pezzi estremamente sofisticati ma molto poco conosciuti: Brunori è un artistita di nicchia, Le Rondini non è certo uno dei pezzi più cantabili di Dalla, anche la canzone di Renato Zero di ieri sera. Pensi che questo possa aver contribuito a un distacco del pubblico? «Sì, sicuramente, anche perché si vede bene chi, tra gli artisti, va avanti, senza fare nomi. Di certo la musica passata è quella che voglio fare io, quella che voglio portare avanti è la musica di un tempo, fuori da ogni dubbio. Non mi metterei mai a fare pezzini commerciali per fare dischi di platino a caso, quello no, perché significherebbe vendermi e anche no».

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