
Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Lunedì 10 Aprile 2017
«L’arte si impara solo con l’emozione»
e le grandi mostre sono utili» -Video
Orietta Pinessi «Il rischio di ricadere nelle solite mostre che esaltano il genius loci è sempre alle porte E c’ è una questione di accesso ai finanziamenti»
Bergamo
Quante volte abbiamo sentito la frase «Alla nostra città mancano le grandi mostre?». Quante volte abbiamo sentito rimpiangere la stagione delle mostre di Lotto e Caravaggio all’Accademia Carrara, come la «mitica e ormai lontana età dell’ oro di Bergamo città d’arte»? Viceversa, non mancano i detrattori, convinti che le grandi mostre servano più a sedurre che ad educare. I grandi eventi, si sa, si amano o si odiano. Ma il punto è: l’arte ne ha davvero bisogno?
http://www.ecodibergamo.it/videos/video/orietta-pinessi-larte-si-impara-solo-attraverso-le-emozioni_1031270_44/Non ha dubbi Orietta Pinessi, docente di Arte nel XX secolo all’Università di Bergamo, curatrice scientifica di mostre, autrice di ricerche e saggi sull’arte nel territorio lombardo e veneto, ma anche critica attenta all’arte contemporanea del territorio: «Credo profondamente in quella che molti ritengono “deprecabile”: la democratizzazione del prodotto artistico che rende nutrite le file davanti a certe esposizioni. È necessario che chi ha idee e produce mostre riesca ad esprimere l’anima, che significa poi esclusivamente suscitare emozioni. Solo attraverso le emozioni c’è l’apprendimento, dobbiamo saper parlare all’uomo, non all’architetto, al critico, allo storico dell’arte, parlare a tutta la società, ai giovani e ai meno giovani, all’élite e a coloro che di essa non faranno mai parte. Ritengo assurdo schierarsi oggi per virtualismi intellettuali impraticabili ai più e quasi sempre autoreferenziali: basterebbe rivolgersi al Prado, al Reina Sofia, al Louvre, al Moma, a National e Tate Gallery, per accorgersi come un compromesso fra cultura, didattica e divulgazione sia cosa plausibile».
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