Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Giovedì 17 Gennaio 2013
L'architetto Mario Botta:
«Tiraboschi» da raddoppiare
Architetto ticinese di fama mondiale - tra i suoi lavori più significativi si annoverano il Mart di Rovereto, il Moma di San Francisco e il restauro della Scala di Milano - Mario Botta tornerà a parlare di spazio ed architettura a Bergamo.
Architetto ticinese di fama mondiale - tra i suoi lavori più significativi si annoverano il Mart di Rovereto, il Moma di San Francisco e il restauro della Scala di Milano - Mario Botta tornerà a parlare di spazio ed architettura a Bergamo.
Giovedì sera infatti, inaugurerà con la sua lectio magistralis il ciclo di incontri sull'architettura «Space Factor», in calendario alle 20,30 nello Spazio Parola-Immagine della Gamec fino a fine marzo. I due lavori più importanti realizzati dall'architetto Botta nella nostra provincia restano la Biblioteca civica Tiraboschi e il Centro pastorale Giovanni XXIII di Seriate.
Su quale sia una buona architettura, Mario Botta non ha dubbi: «La buona architettura si crea in base al dialogo che essa riesce a stabilire con il contesto in cui è inserita. Quando riesce ad essere espressione del nostro tempo senza prevaricare il contesto, ma valorizzandolo, dialogandovi senza ambiguità e in un senso non nostalgico né mimetico. Come la chiesetta medievale in mezzo alle semplici casette contadine. Era altro da loro, certo, ma in grado di esprimere quello per cui era stata creata senza schiacciare o prevaricare ciò che aveva intorno». Infine
Il pensiero torna ancora a Bergamo, dove da quando ha costruito la biblioteca Tiraboschi la sede è diventata ritrovo di moltissimi studenti della vicina università. «Bergamo meritava una biblioteca degna di tale nome», e menziona anche il terreno alle spalle dell'edificio, ancora occupato dalle vestigia del vecchio mercato ortofrutticolo in disarmo. «Considerate le esigenze della città, credo che l'attuale biblioteca andrebbe raddoppiata. All'epoca io feci anche dei progetti. Se dovesse muoversi qualcosa, io ho già la matita pronta!».
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