Cultura e Spettacoli
Giovedì 13 Gennaio 2011
Lapidi coperte, tolti i teli fucsia
Dall'Ateneo nuove iniziative
sssLe lapidi sono tornate in vista. Termina così un'iniziativa che ha fatto discutere la città: l'occultamento delle targhe che ricordano fatti e personaggi bergamaschi mediante un telo color fucsia. Con numerose iniziative in programma.
Le lapidi sono tornate in vista. Termina così un'iniziativa che ha fatto discutere la città: l'occultamento delle targhe che ricordano fatti e personaggi bergamaschi mediante un telo color fucsia. Da una parte chi ha plaudito alla provocazione culturale, dall'altra chi ha protestato, anche vivacemente, non condividendo l'idea. Le lapidi erano state «nascoste» all'inizio di novembre: un intervento che ha riguardato oltre centocinquanta targhe. L'iniziativa era stata decisa dall'Ateneo di scienze, lettere e arti su proposta dell'associazione artistica Madame Du Plok.
«L'iniziativa è stata inserita nel programma per festeggiare i duecento anni dell'Ateneo, nato nel 1810 per decreto napoleonico dalla fusione fra Accademia degli Eccitati, nata nel XVII secolo, e Accademia degli Arvali, nata molto più tardi - ha detto la presidente dell'Ateneo, Maria Mencaroni Zoppetti -. Per ricordare quell'avvenimento e quel periodo storico abbiamo organizzato una mostra nella sede storica del nostro Ateneo, in Città Alta, una mostra multimediale, un percorso di suoni, di immagini, di voci che raccontano quella Bergamo, quegli anni. Abbiamo completamente rinnovato il nostro sito Internet e abbiamo promosso una lunga serie di conferenze, di confronti di dibattiti che abbiamo intitolato "Una piazza per la storia" per ragionare del nostro passato e del nostro presente».
Preparato un catalogo delle lapidi, finalmente si dispone di un censimento di questi angoli di memoria: il 7 febbraio alla Gamec, Galleria d'arte moderna e contemporanea, si terrà un incontro che discuterà proprio di «public art», dell'intervento dei teli fucsia e di quello che portò un enorme salvadanaio al Quadriportico, un anno fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA