Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Lunedì 25 Giugno 2018
La strada è una tela – Prima e dopo
E l’arte sui muri ridisegna Bergamo
Sono sempre più numerosi, e più belli, i murales nelle strade di Bergamo e di diversi centri della provincia. Edifici pubblici e privati, in centro e in periferia, testimoniano la bravura di artisti che scelgono di usare le strade come tele. Spazi spesso anonimi offrono nuove, inaspettate prospettive. E ruderi industriali diventano lavagne di creatività.
Bergamo sta diventando città dei grandi murales. Pur non potendosi definire una vera capitale della Street art, queste opere cittadine stanno diventando uno dei tratti caratteristici delle strade e della riqualificazione urbana e, a poco a poco, entrano negli occhi e nella vita quotidiana dei bergamaschi.
L’ultimo comparso in ordine di tempo in città è stato inaugurato il 24 marzo ed è un gigantesco e bonario personaggio dal colore rosso acceso sorto su una facciata dell’Istituto comprensivo Edmondo De Amicis alla Celadina. L’opera, realizzata dall’artista romana Camilla Falsini, ha visto la luce in occasione della nuova edizione del Festival Domina Domna, che si è svolto dal 4 all’8 aprile, e si inserisce in quel filone di murales che onorano i grandi eventi previsti in città, come era già accaduto per l’opera ispirata al Bergamo Jazz Festival, per quella su Donizetti e lo stesso murale di Marina Capdevila per la scorsa edizione del Festival della cultura al femminile.
Poco prima era stato il murale «Innumerevoli», realizzato a tempo di record dall’artista lodigiano Geometric Band insieme a dieci giovani richiedenti asilo al parco di via Giovanni Da Campione, a colorare Bergamo in occasione della Giornata mondiale del migrante. Quest’ultimo, rappresenta anche il sesto intervento nato dal portfolio artistico di Pigmenti, realtà che nasce come costola del laboratorio serigrafico Tantemani, progetto di Cooperativa Sociale e Patronato San Vincenzo, che negli ultimi anni è stato tra i maggiori protagonisti della virata «artistica» dei muri della Bergamasca.
Tematiche sociali e culturali, dunque, stanno ridisegnando i quartieri di Bergamo a una velocità considerevole. I simpatici vecchietti che la catalana Marina Capdevila ha realizzato sulla parete dell’Istituto Galli nei suoi cinque giorni di permanenza, infatti, avevano seguito di poco l’invasione creativa data dai primi tre grandi murales bergamaschi. Il primo a sconvolgere le carte, infatti, è stato il disegno del writer argentino Francisco Bosoletti, che ha immortalato i volti di tre «grazie» di fronte alla stazione delle autolinee in un dipinto idealmente collegato al lavoro della Gamec.
Successivamente era arrivato il ritratto di Gaetano Donizetti, realizzato a quattro mani dagli street artist portoghesi Frederico Draw e Contra sulla parete del liceo linguistico Falcone, fino all’omaggio al Bergamo Jazz Festival dell’artista spagnolo Zesar Bahamonte in via Gavazzeni.
Nel mezzo si è insinuata anche la grande opera «illegale» del bolognese Blu, fatta realizzare per protesta dal movimento Stop sfratti, ma a voler risalire alla sorgente, il primo progetto della nuova ondata di Street art è forse quello del luglio 2015, quando Pigmenti, in collaborazione con i ragazzi di Open Space, chiamò a Boccaleone undici artisti per dipingere dieci pilastri del cavalcavia, cambiando letteralmente il volto di un’area fortemente degradata.
Abbiamo realizzato una galleria fotografica interattiva in cui è possibile confrontare gli angoli di Bergamo prima e dopo gli interventi di street art.
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