Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Lunedì 16 Giugno 2014
Il bergamasco Fogaroli su Vogue
racconta il Cammino di Santiago
Riccardo Fogaroli, già responsabile del Fai Giovani Bergamo, da anni fotografo freelance per Vogue Italia, ha ripercorso il «Camino» che «da Saint Jean Pied du Port, alle pendici dei Pirenei francesi», porta al santuario di Santiago de Compostela: «Ottocento chilometri a piedi».
Riccardo Fogaroli, già responsabile del Fai Giovani Bergamo, da anni fotografo freelance per Vogue Italia, ha ripercorso il «Camino» che «da Saint Jean Pied du Port, alle pendici dei Pirenei francesi», porta al santuario di Santiago de Compostela: «Ottocento chilometri a piedi».
Dall’esperienza ha tratto un reportage pubblicato nel numero di giugno: «Vivere il Cammino di Santiago», racconta il bergamasco, autore di testo e immagini, è un’esperienza «unica». Camminare «sotto il sole, la pioggia e il vento». Godere la vista delle città «da lontano, per raggiungerle a poco a poco, passo dopo passo». Capire che «il corpo comanda le nostre scelte». Un’esperienza, soprattutto, «di bellezza», percorrendo il cammino immersi nella natura, tra panorami capaci di emozionare: «Devi camminare 10 ore al giorno per 30 giorni, e farlo nella bellezza ritempra le forze, aiuta a sostenere lo sforzo. Anche il nostro territorio - dice Fogaroli - deve investire in maniera sistemica e con i giusti strumenti di marketing sul tema del Cammino, che è uno degli elementi che unisce tutte le culture nel corso dei secoli, in tutti i Paesi del mondo». Una filosofia che il Fai «ha portato avanti fin dalla sua fondazione a livello nazionale».
Fogaroli lancia una provocazione: «Perché non riattiviamo la Via Priula, in maniera decisa, unendo la storia all’innovazione tecnologica?». Da Bergamo, passando per la Valtellina, fino al Cantone dei Grigioni, in Svizzera. «C’è tutto: storia, natura e bellezza». Bergamo «entrerebbe nei grandi circuiti turistici del trekking europeo» e questo porterebbe a una crescita e maggiore varietà dell’offerta turistica, coinvolgendo un turismo «giovane, sportivo e tecnologicamente connesso».
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