Icone russe al museo d’arte di Romano

«Icone, Parola di Dio scritta nei colori» è il titolo di una esposizione che si svolge al Museo d’Arte e Cultura Sacra di vicolo chiuso 22 a Romano dal 13 dicembre al 25 gennaio 2009. Si tratta di un percorso espositivo attraverso 100 icone russe dal XVII al XIX secolo per accompagnare il visitatore fin sulla soglia del Mistero attraverso la scoperta e la conoscenza di una delle più alte testimonianze d’arte della storia della fede. Nelle sale del museo sono state raccolte opere in gran parte inedite provenienti da collezioni private. «La nostra speranza – dice il presidente del MACS, monsignor Tarcisio Tironi - è quella di riuscire a coinvolgere il visitatore in un cammino ricco di emozioni, perché il suo sguardo sia come quello di un pellegrino capace di contemplare il paesaggio che gli scorre davanti, ma nel contempo pronto a cogliere i segni che rimandano a quell’Oltre che è al di là del tempo e dello spazio».La realizzazione dell’itinerario espositivo, curato da monsignor Tarcisio Tironi, Bruno Cassinelli e Mirko Rossi, con la consulenza scientifica di Giovanna Parravicini, è stata resa possibile grazie alla disponibilità di numerosi privati e alla collaborazione offerta dalla Collezione Orler di Marcon (Ve), autentico vanto italiano nel panorama del collezionismo occidentale. L’evento - che gode del contributo della Fondazione Credito Bergamasco ed è patrocinato da Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Camera di Commercio, Confindustria Bergamo e dai diciassette Comuni dell’Ambito territoriale 14 - è stata presentata oggi nello Spazio Viterbi del Palazzo della Provincia in via Tasso 8 a Bergamo. All’appuntamento hanno preso parte il fondatore di Russia Cristiana, padre Romano Scalfi, profondo conoscitore della storia e delle tradizioni di cultura e fede russe, il presidente del MACS, monsignor Tarcisio Tironi, l’ideatore dell’evento, Alessandro Borelli, e il Segretario generale della Fondazione Credito Bergamasco, Angelo Piazzoli, l’assessore provinciale alla Cultura, Tecla Rondi.(10/12/2008)

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