I Verdena stasera sono al Filagosto
«Siamo i bergamaschi rock d’Europa»

Giovedì sera al Filagosto la band di Albino: «Un anno per scrivere “Endkadenz” e un anno e mezzo per registrarlo. Fare un disco è come fare il vino».

Quella scritta, «A Filago Verdena gratis», è stata il tormentone dell’estate bergamasca sui social, comparsa persino in tv dietro alle telecamere di un talk show: ora l’attesa è finita e giovedì sera 6 agosto (inizio ore 22; in apertura Rich Apes) al Filagosto salirà sul palco una delle band più amate (e odiate) di Italia e che più di ogni altra ha portato il rock bergamasco oltre i confini nazionali, dalla Germania alla Francia fino all’Austria.

Oltre i confini si fa per dire perché, per chi ancora non lo sapesse, i Verdena vivono da sempre ad Albino, quartier generale del loro Henhouse, un pollaio riconvertito a sala prove nonché studio di registrazione dove sono nati tutti gli album firmati dai fratelli Alberto (voce e chitarra) e Luca (batteria) Ferrari che insieme a Roberta Sammarelli (basso) dal 1995 amano giocare, svestire e soprattutto sperimentare con il rock in tutte le sue forme. Il pollaio è un posto pieno di marchingegni e strumenti di ogni tipo: qui è nato «Valvonauta», che ha scosso la Mtv commerciale dell’epoca post Nirvana, «Solo un grande sasso», prodotto insieme a Manuel Agnelli, «Il suicidio dei samurai», con i suoi richiami molto anni Novanta, e le produzioni «fai da te» di «Requiem», «Wow» e «Endkadenz», disco di 26 brani diviso in due volumi: ad accomunare gli ultimi tre album l’assenza di un produttore esterno e la selezione scrupolosa di centinaia di ore di registrazione e session in studio. I bergamaschi Verdena venivano segnalati tra gli emergenti italiani degli anni Duemila già tre anni fa dal Dizionario del pop-rock Zanichelli. Abbiamo intervistato Albero Ferrari, voce e chitarra.

Leggi l’intervista su L’Eco di Bergamo del 6 agosto

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