Festival Organistico internazionale al via
Stasera in Duomo Vincent Dubois

Il Festival Organistico internazionale Città di Bergamo apre i battenti con un grande talento francese, Vincent Dubois, titolare a Notre Dame, chiamato stasera (ore 21, ingresso libero) in Duomo a commemorare Jean Guillou, scomparso a gennaio, nume tutelare della manifestazione della Vecchia Bergamo.

«Si, è la prima volta a Bergamo. Ho visto poco, ma Città Alta è bellissima. Arrivo dalla Foresta Nera, nel Baden Wuttenber, dove sto realizzando una cooperazione didattica tra Musikhochschule Freiburg - spiega Dubois e il Conservatorio e Accademia Musicale di Friburgo (di cui è direttore dal 2011 Ndr)». Capelli neri, volto gentile e affilato, Duobois, accetta di raccontarci di sé e della sua carica di terzo organista titolare di Notre Dame.

Cosa ricorda del disastro di Notre Dame, nella scorsa primavera?

«Non ero là, ma vari amici e i colleghi organisti mi hanno chiamato disperati. È stato come essere vicino a un familiare e vederlo bruciare. Non si poteva fare nulla, solo guardare, pregare e sperare che si risolvesse tutto al più presso. Eravamo impotenti».

Com’è la situazione ora?

«Molto complessa perché le leggi e le regole per la sicurezza del lavoro pongono limiti. C’è materiale tossico, è difficile procedere nei lavori: è stato ridotto il numero degli operai. Per farli lavorare hanno dovuto costruire docce, dopo ogni intervento devono subito lavarsi, non possono quindi esser molti e si procede lentamente».

E l’organo?

«La navata non è sicura. L’organo è appena dopo la navata ma c’è bisogno dello spazio davanti all’organo. Il problema maggiore è la cenere sulle canne: potrebbe danneggiare irreparabilmente i metalli e il suono, sarebbe una catastrofe».

Addirittura?

«Si potrebbe perdere tutto in sei mesi. Se si lavassero le canne l’umidità, potrebbe intaccare per il suono. Non sappiamo che prodotti utilizzare. Il problema è anche che si passa da un eccesso all’altro: alcune associazioni sostengono che il problema delle ceneri non esiste… la tossicità è bassa. D’altra parte c’è il timore di cadere in uno scandalo politico. Macron ha detto che servono 5 anni per restaurare tutta la cattedrale, ma forse ne serviranno di più. Lo stesso Macron non può far niente, non può andare contro la legge. Noi tre organisti abbiamo incontrato ingeneri, siamo in contatto con una ditta in Alsazia che potrebbe costruire una struttura per evitare che gli operai siano sotto la navata, e nello stesso tempo che possano lavorare alle canne».

Il suo concerto di stasera è dedicato a Jean Guillou, lo conosceva?

«Non di persona, lo avevo incontrato a 15 anni».

In programma ha uno dei suoi cavalli di battaglia, la Fantasia «Ad nos ad salutarem» di Liszt. Perchè?

«Perchè è tra i capolavori assoluti del del XIX secolo. In Liszt il livello di ispirazione melodica a partire da corale di Meyerbeer, il modo in cui lo ha trattato, come una grande architrave architettonica, con molti climax in più punti: è semplicemente fantastico. E’ una specie di grande variazione che ti permette in ogni esecuzione di cambiare, e di essere comunque convincente: è una musica crestata in modo meraviglioso».

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