Cultura e Spettacoli
Venerdì 01 Aprile 2016
Enrico Baleri ricorda Zaha Hadid
«L’archistar delle sorprese»
«Lascerà certamente un segno profondo nella storia della contemporaneità, lei israeliana di ferro e combattente per tradizione contro le tradizioni formali e quel “perbenismo retorico” che fa ancora case e grattacieli a piombo!»
Zaha Hadid, la first lady dell’architettura contemporanea, celebre per progetti come lo stadio del nuoto dei Giochi di Londra 2012 e il Maxxi di Roma, è morta giovedì 31 marzo di infarto in un ospedale di Miami dove era in cura per una bronchite. L’archistar britannico-irachena aveva 65 anni. «L’archistar delle sorprese, a volte delle trasgressioni, del metodo!» come la definisce l’art director e opinion leader bergamasco Enrico Baleri in un suo ricordo su Facebook, che pubblichiamo integralmente.
«Oggi lei, 65 anni ha improvvisamente finito di sorprenderci con una banale bronchite con complicanze impreviste e insospettabili come le sue architetture, i suoi progetti! Lei era archistar delle sorprese, a volte delle trasgressioni, del metodo! Dove ti aspettavi pilastri dritti come ci hanno insegnato a scuola lei li faceva storti, i pavimenti piani in bolla diventano inclinati in salita o in discesa, laddove ti aspetti un pilastro lei ce ne mette tre e non sempre verticali!
Una vera sorpresa che mette in estasi quanti abituati alla noia di orizzontali e verticali e si ritrovano sbalzi da capogiro e improvvise lame di cemento più taglienti e affilate dell’ acciaio che spuntano improvvise da un piano e tutto al limite della tecnologia e gli ingegneri ci sguazzano a rimediare e a ricercare formule che rendano tutto sostenibile e mozzafiato!
Lascerà certamente un segno profondo nella storia della contemporaneità, lei israeliana di ferro e combattente per tradizione contro le tradizioni formali e quel “perbenismo retorico” che fa ancora case e grattacieli a piombo!
Zaha Hadid ha avuto due grandi sostenitori che l’ hanno introdotta al design d’arredo e alla vera architettura, due grandi personaggi del nostro mondo della cultura e guarda caso due miei amici che ho sempre molto stimato e a cui devo molto: Massimo Morozzi illuminato e trasgressivo art director che l’ha provocata a una stranezza, compatibile, promozionale, pubblicitaria, che di colpo ha fatto parlare il mondo e l’ha incoronata regina del design e tutti dopo di lui l’hanno inseguita, idolatrata, sospirata, attesa e alcuni sono ancora oggi in attesa, perché portatrice di fama e di business!
Ricordo ancora il mio primo incontro allo Studio 54 di Milano, 1988, in Corso XXII marzo per la presentazione di Wave il suo primo progetto a quattro mani come si conviene ... Chi l’ha lanciata in Architettura é Rolf Felbhaum, il più illuminato degli imprenditori del mondo nel nostro mondo, il patron di Vitra appunto, che le affida fiducioso un progetto funzionale (funzionalista direbbe Sartoris l’inventore dell’aggettivo) che “funzionalista” non sarà!
La stazione dei Vigili del Fuoco di Weill am Rhein che dopo solo un anno i vigili svizzeri abbandoneranno e si trasformerà in un più funzionale centro benessere per gli operai e che dopo un anno gli operai svizzeri lasceranno perché diventerà un magazzino esposizione di sedie messe tutte in ordine e in fila indiana su scaffali! Tanto ben diddio per allineare centinaia di sedie...
Il 23 febbraio 2010 alle 18 si sarebbe inaugurato il suo capolavoro, il MAXXI di Roma e mi presento in abbondante anticipo con due religiosi per mostrare e benedire tanta opulenza: un amico monsignore che aveva affidato decine di chiese ad altrettanti architetti di fama anche mondiale e un cardinale “conclavista” entrambi curiosi di vedere stranezze e sorprese ma una sua assistente ci scaccerà con le mani e la voce e Lei con gli occhi, quegli occhi che ti mettevano paura addosso e che ora non possono più guardare ...
Chissà quanti nostalgici attratti dalle sorprese e dalle trasgressioni non si capaciteranno della sua dipartita da questo mondo, così come alcuni giornali del suo Paese che hanno pensato oggi a uno scherzo, ma questa ahimè è proprio verità... “Entrando in uno spazio architettonico le persone dovrebbero provare una sensazione di armonia, come se stessero in un paesaggio naturale” (Zaha Hadid)».
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