De André tra ricordi e musica
La sua opera venerdì al Creberg

Tra ricordi e musica, in direzione ostinata e contraria. «Le cattive strade», lo spettacolo di Andrea Scanzi (scrittore e giornalista) e Giulio Casale (cantante e autore) in scena il 9 maggio al Creberg Teatro, accende lo sguardo sul talento inquieto e spigoloso di Fabrizio De André.

Tra ricordi e musica, in direzione ostinata e contraria. «Le cattive strade», lo spettacolo di Andrea Scanzi (scrittore e giornalista) e Giulio Casale (cantante e autore, appassionato di rock e teatro canzoni) in scena il 9 maggio al Creberg Teatro, accende lo sguardo sul talento inquieto e spigoloso di Fabrizio De André.

Filmati originali, estratti audio, canzoni dal vivo e su base: il racconto elude la glorificazione e va a fotografare gli snodi dell’artista, uno dei più importanti del Novecento italiano. «L’impianto dello spettacolo è semplice», spiega Giulio Casale.

«L’abbiamo scritto a quattro mani e due teste. Scanzi è il narratore, io faccio il menestrello. L’andamento è cronologico, si parte dal primo singolo di Fabrizio, dal 1958 al famigerato 11 gennaio del ’99. Da lì si racconta minimamente la biografia, in realtà lo spettacolo è sull’opera di De André. La vita entra incidentalmente, giusto per chiarire certe svolte artistiche».

De André accompagna il paese dal boom economico al declino socio-culturale degli anni Novanta e scrive canzoni che stanno intorno ai bisogni sociali e culturali della gente, parla degli ultimi con attenzione quasi mistica.

«De André è una sorta di bussola valoriale. Per me bambino “Geordie” era il manifesto di ogni battaglia contro la pena di morte ovunque nel mondo. Da lì in poi, prostitute, tossicodipendenti, matti, il bestiario è perfetto. E tutti sono salvati dall’occhio di Fabrizio, con grande pietas».

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