Cecco Previtali al Centro Culturale San Bartolomeo

Una selezionata esposizione di opere del pittore bergamasco Cecco Previtali, nella ricorrenza del 1° anniversario della sua morte, è esposta in questi giorni presso le sale del Centro culturale S. Bartolomeo, largo Belotti 1. È una postuma che sa di antologica nel senso più completo della parola e che, a partire dall’autoritratto datato 1942, percorre tutto il "curriculum" pittorico di questo nostro eccellente artista, per giungere agli ultimi dipinti fine anni Novanta.

Ritrovare in questo «percorso» tutta intera l’evoluzione dello stilema di Cecco Previtali non è difficile. E risulta interessante il confronto tra le opere eseguite in gioventù, nelle quali è ancora visibile l’attaccamento agli insegnamenti di Contardo Barbieri e di Achille Funi che gli furono maestri all’Accademia Carrara, e le opere ultime, per meglio comprendere come Cecco Previtali sia riuscito ad abbandonare di anno in anno le influenze accademiche per acquisire una sua spiccata e inconfondibile personalità. E balza immediatamente all’evidenza lo sforzo, ottimamente concluso, di Cecco Previtali a voler esulare da un figurativo tradizionale, quello «classico» per intenderci, allo scopo di realizzare un neo-figurativo maggiormente confacente alle sue ispirazioni poetiche, alle sue intime e spirituali emozioni, al suo carattere fatto di serenità, di bontà, di spontanea cordialità. Dire che Cecco Previtali «parlava» con i suoi soggetti, fossero essi figure, paesaggi o nature morte, è fare semplice constatazione. Ed ecco, allora, questo linguaggio pittorico che sa di evanescenze, di trasparenze, di delicatezze tonali, ottenute senza forzature di sorta, con un cromatismo dove prevalgono gli azzurri, il colore che più di altri sa di celestiale, quasi un riflesso dello stesso animo di Cecco Previtali, ancor più accentuato specialmente negli acquerelli da lui realizzati negli ultimi anni della sua vita.

Le varie tematiche che in questa antologia vengono presentate, per davvero stanno a testimoniare che Cecco Previtali sapeva cogliere «il bello» della natura per ricondurre ogni immagine ad una sola matrice, l’uomo, i suoi ideali, il suo «credo» e, nello stesso tempo, il valore della vita.

Il tutto con una luminosità descrittiva che però induce l’osservatore a meditare sulle concettualità che ogni soggetto contiene e che, perciò, va ben oltre la bellezza estetica del dipinto in quanto tale. È quanto Cecco Previtali si è prefisso di «fare» con la sua pittura, la sua creatività, la sua interpretatività. Una pittura da vero "maestro" dell’arte visiva, e che permette a noi di soprassedere sull’esame estetico delle varie componenti sia strutturali che compositive e cromatiche. Per un maestro come lui ogni argomentazione a tale riguardo diviene superflua.

La mostra rimarrà aperta fino al 1° febbraio, e si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

(22/01/2004)

Lino Lazzari

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