Caricature e vignette, Garibaldi come non l’abbiamo mai visto

L’eroe dei due mondi Si inaugura il 18 marzo la mostra «Giuseppe Garibaldi nei disegni satirici dell’800» a cura del collezionista Paolo Moretti.

«Giuseppe Garibaldi nei disegni satirici dell’800»: è il titolo della mostra dedicata all’eroe dei due mondi che si inaugura a Bergamo il 18 marzo alle 18 alla Sala Manzù (via Camozzi, passaggio Gennaro Sora; visitabile fino al 28 marzo; apertura lun.-sab. 16-19, dom. 10-12 e 16-19). L’esposizione è a cura del collezionista, studioso e appassionato di satira politica Paolo Moretti che, nella sede di Bergamo Alta, ha raccolto più di 4 mila libri e almanacchi e circa 70 mila numeri di giornali afferenti a più di 400 testate che costituiscono, ad oggi, il Fondo che porta il suo nome. Si tratta del più ricco e importante fondo di stampa satirica in ambito nazionale, annoverabile però, anche fuori dai confini, fra le più notevoli collezioni private nell’ambito di satira politica, vignettistica, caricatura. L’esposizione è organizzata in collaborazione con il Ducato di Piazza Pontida e Oriocenter.

Un Garibaldi inconsueto

«Di mostre satiriche su Garibaldi», spiega Moretti, «ce ne sono state poche. Peculiarità di questa è che, oltre a presentare il Garibaldi consueto», dei moti del 1848/’49, dell’impresa dei Mille, di Mentana, dell’Aspromonte, sono presenti anche «caricature uscite su giornali francesi e inglesi», alle quali è dedicata nel bel catalogo, a cura dello stesso collezionista, una apposita sezione. Per rivelare, carte alla mano, la grande popolarità che il Generale sapeva riscuotere anche fuori d’Italia.

In mostra ci sono anche vignette contro Garibaldi e non mancano note locali: in un’illustrazione tratta da «Il Lampione» di Firenze, datata 18 luglio 1862, un gigantesco leone-Garibaldi, divelte le sbarre di una gabbia ove è chiaramente visibile la scritta «Sarnico», artiglia un malcapitato Urbano Rattazzi, colpevole di avere mosso l’esercito italiano contro i volontari dell’Eroe dei due mondi. Esplicito riferimento ai tragici fatti del maggio 1862, quando sulle sponde del lago d’Iseo Garibaldi aveva riunito un corpo di spedizione per liberare il Trentino dall’Austria.

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