Canti alpini e una fiaba musicale
I Polifonici delle Alpi a Ranica

«Tra le nuvole e le cime»: sabato 26 ottobre a Ranica in scena anche il fisarmonicista Nadio Marenco e l’attrice Federica Cavalli

Dopo l’incursione primaverile a Tavernola Bergamasca, il concerto «Tra le nuvole e le cime» torna vicino alla città, là dove è più facile intravedere il profilo delle Orobie, con le vette più alte che si nascondono tra le nuvole basse. Due elementi, questi, che si uniscono e si confondono con il loro repertorio di immagini e suggestioni nel recital promosso dalla parrocchia di Ranica e in scena sabato 26 ottobre alle ore 20.45, nel Teatro del Borgo presso l’Oratorio San Filippo Neri (ingresso libero fino a esaurimento posti). Uno spettacolo che ripropone, equamente suddivisi, entrambi gli immaginari legati al cielo e alla montagna, dalle ossigenate atmosfere delle cime cantate nei brani alpini fino ai più inaspettati aneliti angelici della fiaba musicale “Se una notte d’inverno un paio d’angeli...”.

A dar corpo sonoro a tale vivace arcobaleno di composizioni saranno I Polifonici delle Alpi, un ensemble piemontese nato nel 2012 e formato da un gruppo di sole voci maschili provenienti dalle esperienze più eterogenee (polifonia antica, folklore, canto gregoriano). Il repertorio del coro spazia infatti con fantasiosa libertà dal sound popolare alla musica contemporanea, vantando collaborazioni con enti e istituzioni in una crescente e applaudita attività artistica. Proprio questa spiccata capacità di non fossilizzarsi su scelte musicali monocordi li rende dunque gli interpreti ideali per mettere in risalto l’inedito contrasto tra le voci scure di tenori, baritoni e bassi, da una parte, e, dall’altra, la dolcezza e il richiamo all’infanzia delle fiabe.

L’impaginato del programma prevede anche brani che si allineano maggiormente al tradizionale profilo del coro di voci maschili, più legati ai bozzetti d’ambiente rupestre-montano o, magari, ai rombanti episodi di vita militare: «La contrà de l’Acqua ciara», «Monte Pasubio», «Improvviso», «L’ultima notte», «Bènia calastoria», «La campana del Gramolon» sono tutte partiture originali di ispirazione alpina firmate dal noto Bepi De Marzi.

Alessandro Bottelli, poeta e scrittore con trascorsi musicali irreversibili, è l’autore, insieme a Guido Donati, prolifico compositore e organista nato a Mozzo nel 1949 e già docente al Conservatorio «G. Verdi» di Torino, della sopracitata fiaba musicale scritta nel corso del 2017 e pensata per una voce narrante, coro maschile a quattro voci e fisarmonica. A punteggiare in modo estemporaneo i canti polifonici con qualche improvviso a sorpresa ci saranno poi gli interventi del fisarmonicista Nadio Marenco, versatile fuoriclasse del mantice armonico che può sfoggiare in curriculum un ampio ventaglio di collaborazioni con personaggi quali Moni Ovadia, Adriana Asti, Milva, Iva Zanicchi, Enzo Jannacci, Alessandro Haber, Federico Buffa, Gianni Coscia, Cochi e Renato, persino con la star internazionale Mika a Sanremo 2017.

Alternandosi ad alcuni brani vocali cinquecenteschi (San Filippo Neri, John Dowland e Anonimo spagnolo), Marenco si proporrà anche come solista, eseguendo componimenti di Alessandro Marcello (il celebre «Adagio»), Astor Piazzolla e le virtuosistiche «Variazioni su Fra’ Martino». L’attrice Federica Cavalli, infine, presterà la sua voce ai due piccoli angeli della fiaba, seguendone passo passo i motivi che li condurranno, un po’ per noia e un po’ per fanciullesca curiosità, ad addentrarsi nell’esplorazione di una regione del cielo sconfinato mai veduta prima d’ora.

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