Arte, danza e natura si fondono- Video
Performance nella cattedrale vegetale

Performance finale del festival Danza Estate della residenza artistica che unisce arte, danza e natura. In scena sabato 15 luglio alle 19:00 al Pizzo Arera a Zambla Alta con ingresso gratuito

Il Festival Danza Estate, con la sua seguita e appassionante ultima edizione che ha concluso la scorsa settimana il programma di spettacoli, festeggia alla grande con un evento speciale che chiude la rassegna con un arrivederci al trentennale dell’anno prossimo.

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Si sono dati appuntamento per il 12 luglio a Zambla Alta, i partecipanti al workshop residenziale LA Cattedrale Vegetale , inserito nel programma degli eventi collaterali del Festival Danza Estate 2017. Danzatori, artisti visivi, performer, coreografi, studiosi del movimento, amanti della natura provenienti da tutta Italia: sono loro i protagonisti del workshop residenziale che si svolge presso l’omonima opera di Giuliano Mauri, realizzata proprio lì, dove la natura incontra l’arte e si fonde con la danza, dove i protagonisti saranno artefici di un intreccio continuo di linguaggi che li porterà a mettersi in gioco in una performance finale dove il pubblico è invitato a partecipare. Dal 13 al 16 luglio, gli attori del progetto sperimentano la suggestione della Cattedrale Vegetale e sabato 15, alle 19, lo spettacolo finale - ingresso gratuito.

Una vera e propria cattedrale interamente costruita in materiale vegetale locale e posta su un dosso isolato lungo la salita per il Pizzo Arera: una cortina naturale di alberi circonda l’opera di Mauri che ha agito con l’idea di trasformare una radura in un punto d’incontro e di cultura che ispirasse riflessioni sulla natura e il territorio. E’ proprio questo che accade nel progetto di ABC, Allegra Brigata Cinematica condotto dalla danzatrice e coreografa Serena Marossi con il videomaker Luca Citron, insieme all’artista Barbara Boiocchi. L’artista era interessato a stabilire un dialogo con la natura senza cercare di prevaricarne il corso, senza recare offesa. L’opera diventa un luogo potente, intriso di una forte spiritualità, in cui stare, osservare, in silenzio la bellezza di ciò che ci circonda. Nasce quindi il desiderio di vivere attraverso il movimento l’essenza di questo luogo, costruendo un percorso di ricerca sulla relazione tra danza, ambiente e architettura in natura. Cogliere e rielaborare con il gesto lo spirito dell’opera per scoprire come il corpo può abitare e dare nuova luce alla cattedrale.

Ma le ingabbiature pensate da Mauri per sostenere e proteggere la crescita degli alberi sarebbero dovute scomparire dopo 20 anni e liberare i faggi nella loro forma. Questo non è avvenuto. Il progetto a Oltre il Colle è fallito. Da qui si apre la riflessione degli ideatori del workshop sui concetti di dentro e fuori, di sostegno e liberazione, di progetto e realizzazione. Ed è qui che la danza aiuta ad entrare in relazione con la natura del luogo, in una dimensione altra rispetto a quella urbana o a quella delle mura di una sala di danza e di un teatro, immergendosi in quattro giorni di lavoro con il proprio corpo, il suo movimento e gli stimoli esterni.

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