Another Zero, nuova inaugurazione alla Gamec

Si è aperta alla Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo la collettiva «Another zero», curata dall’inglese November Paynter, vincitrice del premio «Lorenzo Bonaldi», riservato a curatori di mostre di età inferiore a trent’anni.

Il premio ha dato la possibilità alla Paynter, attualmente curatrice al «Platform Garanti Contemporary Art Center» di Istanbul, di allestire una mostra basata sulle opere di sei artisti che hanno sviluppato il concetto di relatività dello spazio e del tempo.

Allestita nella grande sala della nuova ala della Gamec fino al 2 maggio, prevede la partecipazione di sei artisti internazionali, Haluk Akakçe, Tobias Bernstrup, Tobias Collier, Tom Friedman, Saskia Olde Wolbers e Keith Tyson.

Tobias Bernstrup. Nekropolis, 2002 - Modifica di videogame, DVD loop

Il progetto espositivo di «Another Zero» prende spunto dal film «Powers of Ten» - della durata di nove minuti - realizzato nel 1977, da Charles e Ray Eames, che gioca sulla relatività dei concetti di spazio e di te mp o. Il film, infatti, inizia con l’inquadratura di un uomo addormentato su una tovaglia da pic-nic. L’obiettivo si allontana progressivamente – dieci volte ogni dieci secondi – fino a inquadrare la terra dallo spazio. Quindi, la telecamera segue un percorso inverso, fino a inquadrare l’atomo della mano dello stesso uomo addormentato.

Ciascuno degli artisti invitati ad esporre da November Paynter ha interpretato questo concetto di relatività spazio-temporale, in maniera differente a seconda della sensibilità e dei linguaggi espressivi che sente più propri.

Haluk Akakçe ha creato una pittura su muro appositamente realizzata per la grande sala della Gamec e che funziona come strumento compositivo per ambientare tutta la mostra. Costituito da sistemi geometrici e strutture architettoniche, l’opera di Akakçe produce diversi angoli di prospettiva dentro la galleria. Installati sul pavimento e sul lato basso delle pareti della sala, si trovano i lavori scultorei di Tom Friedman, creati grazie a una combinazione di materiali domestici. Keith Tyson e Tobias Collier si sono invece sforzati di capire il complesso sistema che governa il nostro universo. Per Another Zero Tyson ha elaborato un nuovo «lecture work», ovvero una delle sue tipiche installazioni a muro che combinano disegno, diagrammi e flussi di informazioni. Nel lavoro di Collier luoghi e oggetti comuni della vita quotidiana sono messi in relazione alle più grandi questioni esistenziali. Saskia Olde Wolbers presenta un video, in cui piccole costruzioni fatte a mano diventano i set di ripresa e gli scenari per storie che narrano relazioni intrecciate tra persone diverse. In modo analogo, Tobias Bernstrup utilizza la tecnologia informatica per presentare ambienti immaginari dove i mondi esistono all’interni di altri mondi.Per informazioni

www.gamec.it

(06/02/2004)

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