Anche senza braccia
testimonia la vita con un sorriso

La ballerina e pittrice Simona Atzori si è esibita in un breve spettacolo di danza e poi ha dialogato: «La fortuna di avere un problema».

Grande successo di pubblico, venerdì sera scorso al Centro Congressi Giovanni XXIII, per la ballerina e pittrice Simona Atzori, nata senza braccia, autrice dei libri «Che cosa ti manca per essere felice?» e «Dopo di te», dedicato alla madre scomparsa.

L’artista è venuta al Bergamo Festival - nella sala Oggioni del Centro congressi – per iniziativa del 3C, Centro culturale Caterina Cittadini delle suore Orsoline di Ponte S. Pietro. Erano presenti 450 persone, tra cui molti bambini, curiosi di conoscere la sua storia.

La Atzori, 40 anni, si è esibita in un breve spettacolo di danza e poi ha dialogato col pubblico nell’incontro dal tema «La fortuna di avere un problema. Il limite fisico come gradino verso la realizzazione di sé».

L’intervista è stata condotta da Ivo Lizzola, Docente del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Bergamo. Simona Atzori ha raccontato la sua storia e, in particolare, la sua filosofia, ovvero che ognuno è diverso a modo suo e che spesso i limiti non sono reali, ma solo negli occhi di chi guarda. Lei ha iniziato a dipingere – con la bocca e i piedi – da autodidatta a 4 anni e a 6 anni a praticare danza classica.

«Non importa se hai le braccia o non le hai – sostiene la Atzori – se sei lunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedi o sei cieco o hai gli occhiali spessi così, se sei fragile o una roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità più inesplorate del cielo. La diversità è ovunque, è l’unica cosa che ci accomuna tutti. Tutti siamo diversi, e meno male, altrimenti vivremmo in un mondo di formiche».

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