Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Mercoledì 09 Novembre 2022
Accademia Carrara, «casa del collezionismo»: una nuova donazione di Mario Scaglia
Una grande notizia per l’Accademia Carrara e per Bergamo: il collezionista Mario Scaglia ha donato diverse opere alla pinacoteca cittadina. Tra queste il ragazzo con canestra di pane e dolciumi di Evaristo Baschenis.
Un dipinto di Evaristo Baschenis completa, grazie al genere di figura, l’importante presenza dell’artista all’interno della collezione del museo e una delle più straordinarie raccolte di medaglie e placchette, databili dal Quattrocento al Settecento con nomi di rilievo come Pisanello, non solo integra una sezione ma instaura con i dipinti nuove relazioni e nuovi filoni di ricerca. questo è il patrimonio acquisito dalla Carrara grazie alla donazione di Mario Scaglia.
In oltre 200 anni di storia, Accademia Carrara ha raccolto un patrimonio di straordinaria qualità che, a partire dal lascito del suo fondatore Giacomo Carrara si è ampliato grazie a oltre 260 donatori, tra i quali Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli, Federico Zeri e molti altri anche in tempi recenti.
«Una lunga tradizione di generosità e fiducia che rende orgoglioso il museo e premia il suo pubblico nazionale e internazionale» spiegano dalla Carrara, una lunga tradizione che non si è mai attenuata nei decenni e che si rinnova ora con Mario Scaglia, collezionista di origini bergamasche, che ha destinato alla Carrara parte delle sue raccolte che coprono un arco temporale di quattro secoli, oltre a un ulteriore e significativo sostegno al museo.
Tra queste un corpus di opere costituito da medaglie, placchette, nielli, paci e crocifissi, oltre al dipinto Ragazzo con canestra di pane e dolciumi di Evaristo Baschenis. L’opera pittorica arricchisce la già importante presenza dell’autore nella collezione, e soprattutto lo completa del genere di figura.
Frutto di un appassionata ricerca antiquaria durata quasi cinquant’anni, la raccolta Scaglia rappresenta un unicum di «collezioni nella collezione»: molti oggetti derivano infatti da patrimoni di altri celebri collezionisti privati, il che rende, se possibile, la loro storia ancora più appassionante.
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