La rassegna “Danze macabre”, un’iniziativa ormai tradizionale della Fondazione Bernareggi, si apre quest’anno, nella sua terza edizione, anche alla poesia. O meglio, alla poesia e al cinema, perché due poeti, Patrizia Valduga, una delle voci femminili più note e originali della poesia italiana, e Mario Santagostini, autore raffinato, pubblicato nella prestigiosa collana “Lo Specchio” della Mondandori, presenteranno nei prossimi incontri due film, rispettivamente “Apocalisse nel deserto” di Werner Herzog e “Providence” di Alain Resnais.
In questo particolare periodo dell’anno, dedicato al ricordo dei morti e dei santi, ci spiega il curatore di “Danze macabre“, don Giuliano Zanchi, la Fondazione Bernareggi offre occasioni di riflessione sul tema della morte, della vita, del destino umano. Si tratta di temi così profondi e difficili, che si prestano da un lato a essere accantonati oppure a “essere proposti in forme banalizzanti”.
“La nostra intenzione è invece quella di presentarli in forme che siano umanamente dignitose e culturalmente profonde” continua don Zanchi “sempre tenendo ben presente che si tratta di tematiche di grande respiro, che coinvolgono l’essere umano di là di ogni confessione religiosa”.
Dopo i primi due incontri che si sono già tenuti nella chiesa di Longuelo - con Virgilio Melchiorre e Giusi Quarenghi e quello successivo con Vincenzo Cerami che ha letto brani dal Qoelet nella traduzione di Guido Ceronetti - “Danze macabre” torna, per gli appuntamenti con i poeti e il cinema, nella sede del Museo Adriano Bernareggi.
Gli appassionati di entrambe le arti riconosceranno in questa combinazione l’impronta della rassegna “Sguardi a perdita d’occhio” che si è svolta in città nel maggio scorso nell’ex chiesa della Maddalena. È infatti grazie alla collaborazione con i curatori della rassegna di poesia, Corrado Benigni e Mauro Zanchi, e con Angelo Signorelli di Lab80, che la manifestazione del Bernareggi accoglie quest’anno un nuovo linguaggio artistico. “L’idea è quella di ampliare lo spettro dei linguaggi umani che si lasciano attraversare da interrogazioni profonde” chiarisce don Zanchi.
La rassegna si concluderà con un ultimo appuntamento dedicato all’arte contemporanea, allestito nell’ex oratorio di San Lupo a partire dal 22 novembre. La video-installazione, “Ascesi e Caduti”, è opera di Ferdinando Ferrario, o meglio di “ferrariofreres” come preferisce firmarsi l’artista, per sottolineare la qualità di lavoro collettivo che dà corpo alle sue opere.
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