Ad Alzano parte il progetto «Alt»
museo nella cementeria Italcementi

Collezionisti, galleristi, critici e giornalisti hanno visitato sabato 27 giugno in anteprima lo storico opificio dell'Italcementi ad Alzano Lombardo recuperato dall'architetto Tullio Leggeri e destinato a ospitare non solo mostre d'arte contemporanea, ma le più diverse occasioni legate alla cultura, al lavoro e al territorio. Come preannuncia il nome stesso: «Alt - Arte Lavoro Territorio - Spazio Fausto Radici», in memoria dell'imprenditore bergamasco, nonché campione di sci a livello nazionale e mondiale, che lo ideò insieme all'amico Leggeri.

Questa prima mostra, «Una collezione trasversale. Da Duchamp a Nino Calos, da Cattelan a Entang Wiharso», è aperta sabato e domenica fino al 26 luglio e dal 26 settembre al prossimo febbraio (solo su appuntamento telefonando per la prenotazione allo 035/4536730). Si tratta di una selezione di oltre 250 opere collezionate dallo stesso progettista, dagli imprenditori Fausto ed Elena Radici e dall'Accademia dei Visionari (nata per promuovere giovani artisti non affermati). Il comitato scientifico - il curatore della mostra Fabio Cavallucci, il direttore della Galleria d'arte moderna e contemporanea di Bergamo Giacinto Di Pietrantonio, Alessandro Rabottini e Paola Tognon - ha operato una selezione fra circa mille opere dei collezionisti per inaugurare il nuovo spazio con «una mostra che li rappresenti nei loro modi di essere e di creare una collezione».

«Abbiamo scelto le opere - spiega Di Pietrantonio - non secondo un criterio cronologico o di movimenti e tendenze artistici, ma così come erano esposte nelle collezioni private e in base alla qualità delle stesse e a quanto possono testimoniare della personalità del loro collezionista, come quelle di Cattelan, Beecroft, Long e Roccasalva raccolte da Leggeri, che ha sostenuto in particolare artisti esordienti poi divenuti famosi, e come le fotografie di Valsecchi in collezione Radici».

Secondo le intenzioni dei proprietari Elena Radici e Tullio Leggeri, e anche l'auspicio del critico d'arte Rolando Bellini che lo ha appena visitato, «Alt sarà un luogo che dialoga col territorio e si apre al confronto fra le arti, nonché alla sperimentazione e verifica delle nuove ricerche di settore, anche focalizzate sul "lavoro" artistico, sull'esempio delle mostre laboratorio di Fausto Radici e degli amici artisti che egli ospitava in fabbrica». Un'attenzione particolare sarà rivolta ai giovani, anche non affermati. A partire dalla mostra sull'arte degli anni '90 che si sta pensando di organizzare in febbraio, con artisti affermati, per lo più della generazione dei primi anni '60, come Mario Airò, Maurizio Cattelan, Vanessa Beecroft e Liliana Moro.

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