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Sette erano le pellicole in concorso di questa ventisettesima edizione di Bergamo Film Meeting-Mostra Internazionale del Cinema d’Essai (www.bergamofilmmeeting.it). Un festival attento sin dalla sua nascita, nell’ormai lontano 1983, alla produzione meno scontata, alla scoperta (possibilmente) di autori che poi diventeranno famosi, alla ricerca di temi, problemi, luoghi, facce, storie che non siano quelle raccontate comunemente dal cinema commerciale. Questa sorta di profilo ideale del regista «da Meeting» si attaglia perfettamente alla figura della vincitrice dell’edizione di quest’anno, l'argentina Lucia Cedrón. «Cordero de Dios» è il suo primo lungometraggio. Un film che pur essendo un opera prima esprime già tutta la maturità della giovane autrice che, con queste credenziali, crediamo proprio ci darà altre opere notevoli. Interrogata sul significato del titolo, la regista risponde che il nucleo centrale del suo film è proprio quello del perdono: «L’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo significa la redenzione, la vita dopo la morte, l’assoluzione, la possibilità di rinascere a nuova vita». Un film dove in filigrana si possono anche leggere di tratti autobiografici della storia della sua famiglia, costretta a fare i conti con la dittatura militare del suo Paese.
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