La mostra, con ingresso completamente gratuito come per tutte le esposizioni allestite dalla Provincia nello Spazio Viterbi o in Sala Manzù, ha richiamato giovani e adulti, studenti, famiglie e gruppi organizzati grazie alla collaborazione con le biblioteche della Provincia e associazioni culturali. «Circa il 60% sono stati visitatori individuali che già avevano conosciuto lo Spazio Viterbi in occasione di altre esposizioni quali Ugo Riva e altri che, al contrario, si sono trovati per la prima volta all’interno dello spazio espositivo di Via Tasso – spiega Fernando Noris, critico d’arte e curatore delle mostre alla Sala Manzù e allo Spazio Viterbi -. Il restante 40% è rappresentato dai gruppi organizzati e da circa 100 classi scolastiche accompagnate dai rispettivi insegnanti e dalle nostre guide. Inoltre i convegni, le presentazioni e gli eventi culturali organizzati nello Spazio del Palazzo Provinciale hanno fatto da traino per far conoscere la mostra».
Tra le dimostrazioni di apprezzamento da parte dei visitatori quelle per l’impostazione della mostra che, partendo dal Vedutismo del bergamasco Marco Gozzi fino ad arrivare al Simbolismo di Filippo Carcano e Angelo Morbelli, ha ripercorso e raccontato oltre un secolo di pittura, attraverso sette distinte sezioni: La fortuna del Vedutismo; Pittura di storia e pittura di genere; Il paesaggio naturalista; Tra sentimento e sentimentalismo; Il paesaggio moderno; Emilio Gola, verso il Novecento; Tra allegoria e simbolismo.
Tra le opere più ammirate: il «Pescarenico» di Gerolamo Induno, del 1862; «Venezia» di Camillo Rapett, del 1880; la pittura di Leonardo Bazzaro; la sala dedicata a Emilio Gola; «Il gregge e l’umanità» di Filippo Carcano, del 1906; «Sogno e realtà (Trittico)» di Angelo Morbelli (1905).
«La mostra ha avuto un successo al di sopra delle nostre aspettative, sia come pubblico che come scuole – ha detto il presidente della Provincia Valerio Bettoni -. Questo importante evento non ha solo proposto contenuti culturali ma ha fatto conoscere e scoprire a molti la casa della Provincia: i giardini del palazzo, il Parco della Scultura, allestito in seguito a donazioni e mirate acquisizioni con opere di Giacomo Manzù (nel centenario della nascita), Alberto Meli, Stefano Locatelli, Ugo Riva, Edoardo Villa, Franco Normanni, i fratelli Gotti e tutte le opere presenti lungo le scale e i corridoi».
E adesso gli occhi sono puntati sul prossimo evento che si va a vivere nello Spazio Viterbi: «L’Oro dell’Anima», icone russe dal secolo XVI al XIX. Si tratta di 49 capolavori provenienti dal Museo Tretiakov di Mosca, universalmente riconosciuta come la più grande collezione al mondo di icone. L’eccezionale occasione di ammirare questi capolavori si protrarrà dal 15 marzo al 14 giugno.
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