Orfani del pomeriggio
Il cinema vive solo di notte

«Andiamo al cinema?». Presto detto, non facile da attuare. Tutte le sette sale (o salette) attive in città (in tre locali: il San Marco, il Capitol e il Conca Verde a cui si aggiungerà a fine agosto il Del Borgo di piazza Sant'Anna) iniziano i loro spettacoli unici alle 21,30.

«Andiamo al cinema?». Presto detto, non facile da attuare. Tutte le sette sale (o salette) attive in città (in tre locali: il San Marco, il Capitol e il Conca Verde a cui si aggiungerà a fine agosto il Del Borgo di piazza Sant'Anna) iniziano i loro spettacoli unici alle 21,30.

La quasi eccezione è la multisala Uci di Curno, che però ormai anticipa di poco gli orari serali. La questione è annosa e delicata. Non si capisce perché non ci possa essere un gentlemen's agreement nell'interesse, oltre che evidentemente del pubblico, degli stessi esercenti.

L'unico spettacolo delle 21,30 può andar bene a un pubblico di (quasi) nottambuli ma non può funzionare per un pubblico, diciamo, medio, composto non solo da anziani, che a tarda sera non escono di casa, ma anche da quei lavoratori che devono alzarsi presto al mattino per andare a lavorare e che, con il rischio di far troppo tardi, finiscono per rinunciare al cinema - come molto pubblico femminile del resto -, e si può ben immaginare perché.

Per non dire di quando il film, capita spesso, è lungo due ore e più e finisce nei pressi di mezzanotte con il risultato che poi non ci sono più neppure i mezzi pubblici per rientrare a casa, se non si è in macchina. È mai possibile che non si possa trovare una via di mezzo anche in considerazione del fatto che il «prodotto» film, per avere successo, va diffuso il più possibile e non reso difficilmente raggiungibile?

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