Musica, dieci anni rivoluzionari
Nel 2003 nasceva iTunes store

Sono passati dieci anni da quel 2003, quando Apple lanciò iTunes music store (dal 2006 solo iTunes store) in supporto all'omonimo lettore multimediale. Steve Jobs e il marchio di Cupertino si sono così attribuiti un primato destinato a durare.

Sono passati dieci anni da quel 2003, quando Apple lanciò iTunes music store (dal 2006 solo iTunes store) in supporto all'omonimo lettore multimediale. Steve Jobs e il marchio di Cupertino si sono così attribuiti un primato destinato a durare, fungendo da battistrada alla rivoluzione digitale che sta sovvertendo l'universo delle sette note.

Il segreto del successo? Meno vincoli di utilizzo dei brani, prezzi accessibili, buona efficacia tecnica e una libreria di brani sin dall'esordio interessante. Una rivoluzione che ha trasformato le modalità di produzione, stoccaggio, distribuzione, vendita e consumo della musica. Inducendo trasformazioni profonde anche nel modo di pensare, creare, comporre la musica stessa.

L'epopea dei supporti fisici prestati all'arte di Orfeo, peraltro, pare vicenda relativamente recente (sempre che si sottovaluti ancora la portata dell'introduzione della notazione musicale): l'invenzione del fonografo è del 1880. Rulli, dischi e nastri hanno permesso una democratica accessibilità alle opere musicali da parte di una platea ben più ampia di quella in grado di assistere alle esecuzioni.

Soprattutto hanno permesso la «portabilità» della musica, resa indipendente dai gesti dei musicisti, dando il via nel '900 al magmatico assedio della «torre d'avorio» della musica «alta» da parte della falange dei generi e sottogeneri delle musiche «altre». L'oggetto disco è diventato per generazioni di ascoltatori la musica tout court.

La nuova svolta è dell'altro ieri, quando è intervenuta la joint venture tra digitalizzazione della musica e internet. La digitalizzazione ha trasformato il fenomeno acustico in stringa informatica, pronta a correre, debitamente compressa (a scapito della qualità) sulle autostrade virtuali di internet.

Leggi di più su L'Eco di lunedì 7 gennaio

© RIPRODUZIONE RISERVATA