La prima alla Scala di Milano
Tre bergamaschi sulla scena

Ci saranno anche tre bergamaschi nel «Lohengrin» di Wagner diretto da Daniel Barenboim che venerdì sera a Milano inaugurerà la stagione della Scala. Sono Silvia Mapelli, soprano di Colognola; Luigi Albani, tenore di Ghisalba; Matteo Fagiani, di Almenno S.B.

Ci saranno anche tre bergamaschi nel «Lohengrin» di Wagner diretto da Daniel Barenboim che domani sera a Milano inaugurerà la stagione della Scala. Sono Silvia Mapelli, soprano di Colognola, una dei quattro paggi. E poi Luigi Albani, 42 anni, tenore di Ghisalba, uno dei quattro nobili brabantini. Ai due cantanti si aggiunge anche un giovanissimo musicista: Matteo Fagiani, 19 anni, di Almenno San Bartolomeo, che dai palchi della loggionata suonerà la tromba araldica. La prima alla Scala (tutto esaurito) in Italia sarà trasmessa in diretta televisiva su Rai 5 e si potrà vedere fra l'altro anche in alcune sale cinematografiche di città e provincia.

Fagiani non è alla prima esperienza scaligera, ha già fatto alcuni concerti con la Filarmonica e viene dall'Accademia della Scala. Ha studiato a Bergamo, all'istituto Donizetti, nella classe di Ermes Giussani. Pur giovanissimo, ha già esperienza: lo scorso anno ha partecipato a tutta la stagione lirica in Arena, appena finita la maturità come geometra. Nel frattempo aveva seguito due anni di master a Fiesole con Gabriele Cassone. Ma la sua strada è iniziata dalla Banda di Palazzolo, con il maestro Francesco Mazzoleni, scuola di Giancarlo Corsini, per anni docente al Donizetti.

È il debutto alla «prima» di Sant'Ambrogio col nome in cartellone per Luigi Albani, 42 anni, un diploma di pianoforte in tasca, conseguito da privatista a Brescia. «Facevo il tagliatore tessile, e poi il falegname: studiavo quanto tornavo a casa di sera, fino a mezzanotte – racconta – Poi ho vinto un concorso Aslico nel 2000 e avevo sei mesi di contratto. Decisi di licenziarmi e, buttando il cuore oltre l'ostacolo, di tentare la strada della musica. Nel 2005 ho vinto in concorso per il coro dell'Arena di Verona, tre anni dopo, nel 2007 ho vinto il concorso per il coro alla Scala. Avevo già fatto altre piccole parti, ma in questo Lohengrin il regista ci ha collocato proprio davanti al palco: siamo davanti a Baremboim, uno che si immerge completamente nella musica e che chiede lo stesso a tutti quelli che lavorano con lui».

Albani è stato anche al teatro Donizetti, nella Lucia 2007 (Arturo) poi andata in Giappone, nell'Anna Bolena, in Lucrezia Borgia e nel Roberto Devereux (lord Cecil). Ha partecipato all'ultima esibizione da cantante di Placido Domingo, nel Cyrano di Franco Alfano, Scala 2008.

È al teatro alla Scala dal 2005 Silvia Mapelli, anche lei uscita dall'Istituto Donizetti. «Ho studiato canto con Silvia Bianchera e Mary Lindsay. Prima mi sono diplomata in flauto con Vanda Moraschini», racconta. Per lei è la seconda «prima» scaligera in cartellone. In precedenza aveva avuto un ruolo comprimario nel Idomeneo di Mozart diretto da Harding. Prima della Scala il soprano bergamasco era stata per ben 11 anni nel Coro del Regio di Torino. Di questo Lohengrin non nasconde che sia «complesso. Barenboim è un genio, va sempre seguito con la massima concentrazione». Reduce da un Requiem verdiano a Brescia confida: «Cantare alla Scala è un privilegio. Ma mi piacerebbe poter restituire anche alla mia città quello che ho ricevuto».

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