I Cowboy Junkies a Rezzato
Musica che viaggia nell'anima

Nella programmazione musicale italiana di fine anno è stata incastonata una perla: la breve tournée dei Cowboy Junkies che, dopo Rivoli (mercoledì 21) e Vicenza (giovedì 22), fa tappa al teatro Ctm di Rezzato (Brescia) venerdì 23.

Nella programmazione musicale italiana di fine anno è stata incastonata una perla: la breve tournée dei Cowboy Junkies che, dopo Rivoli (mercoledì 21) e Vicenza (giovedì 22), fa tappa dalle nostre parti, al teatro Ctm di Rezzato (Brescia) venerdì 23 novembre.

Band di culto, come viene etichettata per il seguito di affezionati ascoltatori raccolto lungo un cammino iniziato 27 anni fa, salita alla ribalta con un nome provocatorio ma una lucida capacità creativa e compositiva, la formazione canadese a conduzione «familiare» (tre fratelli su quattro componenti) propone ora dal vivo «The wilderness», l'ultimo capitolo della quadrilogia «Nomad series» (preceduto nell'arco di un paio d'anni da «Renmin Park», «Demons» e «Sing in my meadow»), momento di grande intensità esplorativa di una carriera che ha mescolato in un personalissimo cocktail il country, il blues, l'alternative rock e sfumature jazz.

Senza mai accantonare la lezione dei Velvet Underground. Un marchio di fabbrica che, a seconda delle interpretazioni, viene definito notturno, crepuscolare, invernale. Tempi lenti, atmosfere da film (e il cinema ha ringraziato, attingendo a piene mani ai brani dei Cowboy Junkies per tante colonne sonore), un sound magico, guidato dalla bella (spesso dolente) voce di Margo Timmins e dalla chitarra del fratello Michael (completano il gruppo l'altro fratello Peter alla batteria e Alan Anton al basso, con l'aggiunta sovente di alcuni ospiti, come Jeff Bird, mandolino- armonica-percussioni, durante il tour), un impasto sonoro che se ti prende lo fa fino in fondo.

Come in amore, quando la chimica giusta fa scattare l'attrazione. Questo, alla fine, significa band di culto. «Benedetta» nel lontano 1988 quando, in un solo giorno e con un solo microfono, incise il secondo album, divenuto il capolavoro dei Cowboy Junkies, nella chiesa della Santa Trinità di Toronto, completamente vuota.

In «The Trinity session» dominavano le cover (su tutte «Sweet Jane», riscuotendo l'ammirazione dello stesso Lou Reed che l'applaudì come la rilettura più riuscita del suo successo) poi il gruppo ha maturato il proprio stile, ha macinato dischi su dischi sino ad approdare alle «Nomad series».

Abbiamo contattato Michael Timmins, portavoce dei Cowboy Junkies, per mettere a fuoco lo spirito della quadrilogia, segnata dal filo rosso delle copertine oniriche del pittore cubano Enrique Martinez Celaya, amico della band. «Infatti - spiega Timmins - Nomad è il nome di una serie di quadri di questo artista, quelli che abbiamo usato noi».

Ma in quel Nomad e ascoltando la musica dei quattro album - il primo ispirato a un viaggio in Cina; il secondo, un tributo che reinterpreta magnificamente le canzoni di un songrwriter cui erano legatissimi, il talentuoso Vic Chesnutt, disabile, suicida il giorno di Natale del 2009; il terzo psichedelico e spiazzante; il quarto che raccoglie inediti in studio, prima proposti solo nei live, e rimarca l'amore per i cantautori – si dipana il senso del viaggio. Nel tempo, nello spazio, nell'anima. «Sì, direi anche un viaggio attraverso gli stili e le influenze delle band conosciuti e acquisiti nella nostra storia musicale. Un viaggio attraverso il processo creativo».

Che accoglienza si aspettano i Cowboy Junkies dal pubblico italiano, che è chiaramente di nicchia?
«Non certo travolgente, ma ci è sempre piaciuto suonare nel vostro Paese dove abbiamo un seguito competente, che ci apprezza. In Italia contiamo sulla qualità degli spettatori più che sulla quantità. Sarà un piacere».

Cosa avete in mente per il futuro? State già pensando al nuovo disco?
«Per ora siamo concentrati sul tour e cerchiamo di vendere un po' di copie delle "Nomad series" - risponde Timmins con umiltà -. Abbiamo speso due anni per dar vita a quest'opera, tanto da renderci conto che ne serviranno altrettanti per suonarla nel mondo e parlare di essa. Credo che comunque all'inizio del 2013 cominceremo a immaginare il nuovo album e a metterci mano».

Timmins lascia intendere che non c'è fretta. E questa è gente che dichiaratamente dà importanza alla famiglia e ai valori spirituali della vita. Basta calarsi nella profondità delle loro canzoni.

Orario e biglietti
Il concerto che i Cowboy Junkies terranno venerdì 23 novembre al Ctm di Rezzato (Brescia), in via IV Novembre 91, inizierà alle 21. Biglietto unico a 38 euro in prevendita, 40 euro la sera stessa del concerto. Un plauso sentito agli organizzatori della Blue Sky Promotion di Cesena che, in controtendenza rispetto alla brutta abitudine diffusa in Italia di far pagare di più chi acquista prima il ticket, hanno deciso invece di premiare (come è giusto che sia) chi si porta avanti, spendendo in anticipo. Info: www.blueskypromotion.it, 0547.600093; 0302791881, www.cipiesse-bs.it. Prevendite: www.greenticket.it, www.ticketone.it.

Andrea Benigni

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