Cultura e Spettacoli
Venerdì 28 Settembre 2012
C'è un pezzo di Bergamo
a «Futuro Remoto» a Napoli
Vengono ripresi i contenuti della mostra “Dalla Luna alla Terra” ideata dal giornalista scientifico Eugenio Sorrentino nell'edizione 2009 di BergamoScienza e ospitata dal Museo di Scienze Naturali “Caffi” di Bergamo nel quarantennale della missione Apollo 11 e della conquista della Luna.
Si intitola “Le Fabbriche del Cielo” la mostra che si inaugurerà il 3 ottobre alla Città della Scienza di Napoli nell'ambito della 26° edizione della manifestazione “Futuro Remoto” realizzata dalla Fondazione Idis-Città della Scienza in collaborazione con l'ASI – Agenzia Spaziale Italiana nel contesto del 63° Congresso della Federazione Internazionale di Astronautica che si celebra nella città partenopea.
Vicky ad Ebe sono le due guide extraterrestri che accompagneranno il visitatore di Futuro Remoto alla scoperta dei risultati più innovativi ed importanti della ricerca spaziale e aerospaziale contemporanea. Un percorso multisensoriale, una vera e propria passeggiata interattiva, in cui si susseguono videoinstallazioni che invitano il visitatore a toccare con mano i misteri dello Spazio e dell'Aerospazio e scoprire quanto l'esplorazione spaziale sia importante per superare le sfide che l'umanità sta già affrontando e che affronterà in futuro.
Una delle nove sezioni, allestite in modo da consentire di compiere un viaggio tra reale e fantastico nella dimensione Spazio, è intitolata “Lo Spazio al servizio dei cittadini” e illustra i benefici derivanti dalle attività spaziale sulla vita di tutti i giorni riprendendo anche i contenuti della mostra “Dalla Luna alla Terra” ideata dal giornalista scientifico Eugenio Sorrentino nell'edizione 2009 di BergamoScienza e ospitata dal Museo di Scienze Naturali “Caffi” di Bergamo nel quarantennale della missione Apollo 11 e della conquista della Luna.
I contenuti di quella esposizione sono stati tradotti in pannelli e immagini che riassumono le ricadute tecnologiche piovute dallo spazio, a partire dal programma Apollo che all'epoca ha generato 160mila brevetti, molti dei quali entrati a far parte della vita quotidiana.
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