«La cospirazione delle colombe»
Premio Bergamo, vince Latronico

«La cospirazione delle colombe», seconda fatica letteraria di Vincenzo Latronico, è il libro vincitore della 28esima edizione del Premio Bergamo.

Un semplice romanzo, seppur con una trama ricca di intreccio, oppure una sofferta analisi su cosa si debba intendere oggi per responsabilità, individuale o collettiva che sia. «La cospirazione delle colombe», seconda fatica letteraria di Vincenzo Latronico, è tutto questo e molto altro ancora, ma soprattutto è il libro vincitore della 28esima edizione del Premio Bergamo.

Al centro della storia due giovani, Alfredo e Donka. Il primo, veneziano «perbene» che inaspettatamente si scontra con la mancata ammissione alla Harvard Corporation of America, il secondo, studente albanese che alla Harvard è entrato per merito, per esserne poi espulso. Paradossalmente tra i due nasce un'amicizia che sembra inattaccabile anche se la vita li separa, conducendoli su strade parallele, fatte di umiliazioni, sconfitte e vittorie, ma soprattutto sfide, dove ognuno mette in gioco tutto se stesso. Inizialmente a vincere è Alfredo, il «falco», mentre Donka assume il ruolo della «colomba». Il primo scala i vertici del successo attraverso speculazioni edilizie e finanziarie; il secondo sembra destinato al grigio ruolo di assistente universitario. Determinante nel dipanarsi del filo narrativo del racconto anche una donna, Drina. Le vite di Alfredo e Donka si incontrano, e si scontrano, anche su un altro grande tema della vita: l'amore. Qualche incontro pretestuoso tra i protagonisti con l'io-narrante, Vincenzo, classe 1984, fa emergere l'urgenza dello scrittore di denunciare pubblicamente la desolante constatazione di quel male, tipico dell'Italia, di assolversi sempre da qualunque responsabilità, economica, politica, sociale, personale.

Nato anche da esperienze personali, di impegno in prima persona per denunciare una speculazione edilizia, il libro di Latronico ha una scrittura asciutta e tesa a dare forma a quella triste constatazione che oggi l'economia sembra essere l'unico motore, anche di quella complessa macchina che sono i rapporti umani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA