Cultura e Spettacoli
Venerdì 06 Aprile 2012
Caravaggio, è lui o non è lui?
Ancora dispute sui suoi resti
Non trova pace. Nemmeno a quattro secoli dalla sua morte. Michelangelo Merisi, ovvero Caravaggio, si trova a combattere ancora una volta i demoni che non hanno mai smesso di tormentarlo anche in vita. L'ultimo botta e risposta sui suoi ultimi giorni di vita.
Non trova pace. Nemmeno a quattro secoli dalla sua morte. Michelangelo Merisi, ovvero Caravaggio, si trova proprio in questi giorni a combattere ancora una volta i demoni che non hanno mai smesso di tormentarlo anche in vita. L'ultimo botta e risposta non riguarda il suo lascito artistico, ma i suoi ultimi giorni di vita.
La ricostruzione di cosa accadde in quel luglio del 1610 ha consentito un paio di anni orsono - appena in tempo per le celebrazioni del quattrocentenario della morte - di rinvenire quelli che, con un margine dell'85% per stessa ammissione dei ricercatori che se ne sono occupati, potrebbero essere i suoi resti.
Quel ritrovamento a Porto Ercole, la località maremmana che due anni fa per il pittore maledetto scomodò addirittura il veliero di Cesare Previti per trasportarli, viene additato come falso. Lo sostiene il professor Vincenzo Pacelli, studioso del Merisi: "Non solo non è stata la malattia a uccidere l'artista. Caravaggio è caduto vittima di un complotto internazionale - ha detto - e non è morto nè a Porto Ercole nè sulla spiaggia della Feniglia, dove si credeva prima e dove tutt'ora di trova una pietra a lui dedicata".
Secondo Pacelli è lunga e intricata. Il complotto sarebbe stato ordito dai Cavalieri di Malta insieme alla Curia papale e alla marchesa Costanza Colonna. Opinioni che non convincono i caravaggisti, a partire dall'architetto Giuseppe La Fauci, che ha collaborato al ritrovamento dell'atto di morte del Merisi in cui la località del decesso è indicata, al di là di ogni ragionevole dubbio, in Porto Ercole.
"I Cavalieri lo avevano radiato dall'Ordine - spiega lo studioso -. Quindi perchè avrebbero dovuto ucciderlo? La Curia attendeva un suo quadro, oggi alla galleria Borghese, e lo fece cercare per sapere almeno dove fosse morto. La marchesa Costanza, infine, sua complice nelle fughe, continuò implicitamente a difenderlo, post mortem, proteggendo le sue cose dai Cavalieri di Malta che, per statuto di appartenenza, erano diventati possibili eredi, anche se Caravaggio non era più uno di loro".
La Fauci fa su serio. E a suffragio della versione che attribuisce a Porto Ercole l'addio alla vita dell'artista, cita anche i documenti che si trovano alla base dei suoi studi. Le lettere dell'archivio segreto del Vaticano tra un cardinale e un vescovo che comunicavano la morte dell'artista a Porto Hercole dopo essere stato aggredito a Palo Laziale - cita testualmente - . Poi la lettera del vicerè conte di Lemos indirizzata al governatore di Porto Hercole per riavere i suoi bagagli, ovvero un quadro importante. E per ultimo i riferimenti di Giovanni Baglione, un suo contemporaneo, che lo descrisse morto su un letto di una spiaggia di Porto Hercole".
E la disputa continua.
Matteo Alfieri (ANSA).
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